Udienza generale del 22 settembre
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Un popolo “abbracciato dalla Croce che campeggiava sopra l’altare”, è la prima immagine che Papa Francesco rievoca parlando, nella catechesi all’udienza generale, del suo recente viaggio apostolico a Budapest e in Slovacchia di cui sottolinea tre aspetti: la preghiera, le radici e la speranza. Sul valore della preghiera dice: "Pregare, perché a questo è chiamato anzitutto il Popolo di Dio: adorare, pregare, camminare, peregrinare, fare penitenza, e in questo sentire la pace, la gioia che ci dà il Signore.(…). E ciò ha una particolare importanza nel continente europeo, dove la presenza di Dio viene annacquata - lo vediamo tutti i giorni - dal consumismo e dai “vapori” di un pensiero unico - una cosa strana ma reale - frutto del miscuglio di vecchie e nuove ideologie". Riguardo al tema delle radici della fede cristiana ribadisce quanto più volte detto nel corso del viaggio: esse vanno conservate, afferma, ma non vanno "ideologizzate e strumentalizzate per interessi di prestigio e di potere, per consolidare un’identità chiusa". La speranza è il terza parola che il Papa usa, l’ha vista negli occhi dei giovani, nelle numerose coppie giovani coi loro bambini, in quanti si occupano degli ultimi. Ma conclude, la speranza "non va mai da sola", si costruisce con gli altri: il futuro sarà di speranza se sarà insieme.