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Udienza generale del 18 maggio 2022

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

All’udienza generale, dedicata sempre alla vecchiaia, Francesco presenta la figura di Giobbe, che dopo aver perso tutto e protestato contro Dio, capisce che il Signore non è un persecutore ma un Padre tenero che “gli renderà giustizia”. Un esempio per noi oggi quando pandemia e guerra accumulano pesi e sofferenze. Nell’ affrontare i “cumuli di pesi” che ci schiacciano, ci aiuta, secondo Francesco, la testimonianza di vecchi come Giobbe, la cui drammatica vicenda rappresenta quella di persone o famiglie sulle quali si abbattono prove troppo pesanti, una “somma di mali che appare veramente eccessiva e ingiusta”.

Penso ai genitori di bambini con gravi disabilità, o a chi vive un’infermità permanente o al familiare che sta accanto... Situazioni spesso aggravate dalla scarsità di risorse economiche. In certe congiunture della storia, questi cumuli di pesi sembrano darsi come un appuntamento collettivo.

Sono “eccessi del male” che non possiamo, per il Papa, giustificare “come una superiore razionalità della natura e della storia” né benedire “religiosamente come giustificata risposta alle colpe delle vittime, che se li sono meritati”.

Esiste una sorta di diritto della vittima alla protesta, nei confronti del mistero del male, diritto che Dio concede a chiunque, anzi, che è Lui stesso, in fondo, a ispirare.(…) . Se tu hai nel cuore qualche piaga, qualche dolore e ti viene voglia di protestare, protesta anche [contro] Dio, Dio ti ascolta. . E a Dio non piace quella enciclopedia – chiamiamola così – di spiegazioni, di riflessione che fanno gli amici di Giobbe. … Il silenzio di Giobbe.

Perché è “quella religiosità che spiega tutto, ma il cuore rimane freddo – chiarisce Francesco - A Dio non piace, questo. Piace più la protesta di Giobbe o il silenzio di Giobbe”.

 

18 maggio 2022