udienza generale del 01 giugno 2022
Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano
Questa mattina in Piazza San Pietro, nella catechesi dell’udienza generale, il Papa ha sottolineato la necessità di riformare una civiltà e una politica che emarginano l’età anziana e la malattia. Dai vecchi, ha detto, impariamo il dono di “abbandonarci alle cure degli altri e di Dio”.
Come mai la civiltà moderna, così progredita ed efficiente, è così a disagio nei confronti della malattia e della vecchiaia? E come mai la politica, che si mostra tanto impegnata nel definire i limiti di una sopravvivenza dignitosa, nello stesso tempo è insensibile alla dignità di una affettuosa convivenza con i vecchi e i malati?
Gli anziani, ha spiegato Francesco, possono insegnare a chi vive altre età della vita, che tutti abbiamo bisogno di invocare l’aiuto del Signore, Quello dei vecchi è davvero, per il Pontefice, il “magistero della fragilità”, che non va mai nascosta.
Questo magistero apre un orizzonte decisivo per la riforma della nostra stessa civiltà. Una riforma ormai indispensabile a beneficio della convivenza di tutti. L’emarginazione – concettuale e pratica – della vecchiaia corrompe tutte le stagioni della vita, non solo quella dell’anzianità.