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Udienza generale del 3 agosto 2022

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

All’udienza generale, in Aula Paolo VI, il Papa ha ripercorso le tappe del “pellegrinaggio penitenziale” in Canada, compiuto insieme ai popoli indigeni, fatto di “memoria, riconciliazione e guarigione”, dal quale “scaturisce la speranza per la Chiesa”.

Da Edmonton a Quèbec fino ad Iqaluit, Francesco ha ricordato di aver ribadito la volontà “fattiva” della Santa Sede e delle Chiese locali “di promuovere le culture originarie, con percorsi spirituali appropriati e con l’attenzione alle usanze e alle lingue dei popoli”.

Si tratta dunque di recuperare un sano equilibrio, un’armonia tra la modernità e le culture ancestrali, tra la secolarizzazione e i valori spirituali. E questo interpella direttamente la missione della Chiesa, inviata in tutto il mondo a testimoniare e “seminare” una fraternità universale che rispetta e promuove la dimensione locale con le sue molteplici ricchezze.

Ha sottolineato di aver chiesto perdono a nome della Chiesa per preti, religiose, religiosi e laici che “hanno partecipato a programmi che oggi capiamo che sono inaccettabili e contrari al Vangelo”. E a braccio ha parlato dell’ultimo incontro con le vittime delle scuole residenziali, nella terra degli Inuit.

Ho dovuto sentire come schiaffi dal dolore di quella gente, come hanno perso … gli anziani che hanno perso i figli e non sapevano dove sono finiti, per questa politica di assimilazione. È stato un momento molto doloroso, ma si doveva mettere la faccia: dobbiamo dare [mettere] la faccia davanti ai nostri errori, ai nostri peccati.

03 agosto 2022