Udienza generale del 26 ottobre 2022
Adriana Masotti - Città del Vaticano
“Dio parla al cuore”, così il discernimento non è solo una questione di testa, ma contiene anche aspetti affettivi come il sentimento della desolazione, tutti la sperimentiamo in qualche momento, ma non tutti la sappiamo leggere “perché anch’essa ha qualcosa di importante da dirci”: "Nel nostro tempo, essa è considerata per lo più negativamente - afferma il Papa - come un male da fuggire a tutti i costi, e invece può essere un indispensabile campanello di allarme per la vita". Infatti, prosegue, il cambiamento di una vita orientata al vizio può iniziare da una situazione di tristezza, di rimorso per ciò che si è fatto.
Diversa la situazione di chi vuol compiere il bene, in questo caso “la tristezza è un ostacolo con il quale il tentatore vuole scoraggiarci”. Allora non bisogna andarle dietro, ma bisogna “agire in maniera esattamente contraria a quanto suggerito”. È importante, non lasciarsi guidare dalla desolazione, dice ancora Francesco, attraversarla ci può rafforzare e conclude: "Nessuna prova è al di fuori della nostra portata; nessuna prova sarà superiore a quello che noi possiamo fare. Ma non fuggire dalle prove, vedere cosa significa questa prova, cosa significa che io sono triste".