Udienza generale del 19 ottobre
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Francesco prosegue in Piazza San Pietro la riflessione sul tema del discernimento soffermandosi in questo mercoledì “su un altro ingrediente indispensabile”: la propria storia di vita. E spiega il perché: "La nostra vita - afferma - è il 'libro' più prezioso che ci è stato consegnato, un libro che tanti purtroppo non leggono, oppure lo fanno troppo tardi, prima di morire. Eppure, proprio in quel libro si trova quello che si cerca inutilmente per altre vie". Il Papa cita Sant’Agostino, affermando che egli aveva fatto quest'esperienza e nella sua vita aveva letto la presenza del Signore e di Sant’Ignazio di Loyola che aveva imparato a “conoscere la diversità degli spiritiche si agitavano in lui”.
Molte volte, dice, ci ritroviamo imprigionati da pensieri che ci buttano come per esempio: “Io non valgo niente”, o “a me tutto va male”. Dobbiamo riconoscere questi elementi tossici, ma poi, imparare a notare altre cose, cogliendo i modi discreti con cui Dio agisce nella nostra vita. Il Papa spiega ancora che l’esercizio del discernimento ci spinge a leggere le nostre azioni in un contesto più ampio e a vedere i “piccoli miracoli” che Dio compie per noi. Quindi suggerisce: "Chiediamoci, alla fine della giornata, per esempio: cosa è successo oggi nel mio cuore? Alcuni pensano che fare questo esame di coscienza è fare la contabilità dei peccati che hai fatto. Ne facciamo tanti, no? No, no: cosa è successo dentro di me. Ho avuto gioia? Cosa mi ha portato la gioia? Sono rimasto triste? Cosa mi ha portato la tristezza? E così imparare a discernere cosa succede dentro di noi".