Udienza generale del 25 ottobre
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Cirillo e Metodio appartengono ad una famiglia greca aristocratica. I due fratelli rinunciano alla carriera politica per farsi monaci. Ma la loro non sarà una vita ritirata: "vengono inviati come missionari nella Grande Moravia" in parte evangelizzata, ma con costumi e tradizioni pagani". C'era bisogno di spiegare la fede nella lingua di quei popoli ancora senza un alfabeto. Lo inventano loro. Francesco dice: "La gente sente che quella fede cristiana non è più “straniera”, si è inculturata, ma diventa la loro fede, parlata nella lingua materna".
Così la Parola di Dio si diffonde tra quei popoli. E guardando alla testimonianza di Cirillo e Metodio, il Papa sottolinea tre aspetti: l’unità: "a quel tempo - afferma - c’era in Europa una cristianità non divisa, che collaborava per evangelizzare”, l’inculturazione e la libertà che richiede il coraggio. Papa Francesco conclude rivolgendo ai fedeli un invito: "Fratelli e sorelle, chiediamo ai Santi Cirillo e Metodio, apostoli degli Slavi, di essere strumenti di 'libertà nella carità' per gli altri. Essere creativi, essere costanti e essere umili, con la preghiera e con il servizio".