Santa Caterina di Svezia, vergine, figlia di Santa Brigida
Sesta degli otto figli di Brigida (Santa Brigida di Svezia) e Ulf, Caterina nasce in Svezia nel 1331. Viene educata agli usi e ai precetti della Chiesa cattolica e istruita all’amore cristiano verso il prossimo. Testimoniando al processo di canonizzazione della madre dichiarerà: “Ricordo come mamma mi prendesse con sé insieme alle sorelle, quando si recava a visitare gli ospedali che aveva fatto costruire, e con le proprie mani, senza ribrezzo, fasciava le loro piaghe ferite”. Era infatti desiderio di Brigida che i figli imparassero a servire il Signore nei poveri e nei malati. Caterina cresce in questo clima fortemente evangelico. Ma è ancora fanciulla quando la madre viene chiamata alla corte di Svezia come governante della giovane sposa di re Magnus Eriksson, Bianca di Namur. Caterina è affidata, insieme alla sorella Ingeborg, al monastero cistercense di Riseberga. Qualche anno dopo Brigida lascia Stoccolma per alcuni contrasti con i reali e perché affranta dal dolore per la morte del figlio Gudmar di appena 11 anni. E poiché, desiderando approfondire la propria fede, decide di intraprendere dei pellegrinaggi assieme al marito, Caterina viene ospitata, per proseguire gli studi, nel convento domenicano di Skenninge con la sorella Cecilia. Soffrirà per la mancanza della vita familiare.
Dalla Svezia all’Italia
Caterina ha 14 anni quando il padre, di ritorno con la moglie da Santiago di Compostela, gravemente malato, decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita nel monastero cistercense di Alvastra. Ma vuole vedere la figlia maritata e la dà in sposa ad Edgar von Kyren. Caterina, pur contraria al matrimonio, obbedisce ai genitori, ma di comune accordo col suo sposo fa voto di castità. E assieme a lui conduce uno stile di vita monastico, fatto di preghiera, digiuni e penitenze. Il suo modello è la madre Brigida, che dopo la morte del marito Ulf si ritira anche lei ad Alvastra per poi fondare, qualche anno dopo, un monastero a Vadstena. Caterina la ama, la ammira profondamente e aspira alla sua santità ma, diversamente dalla madre, non le è ancora chiaro come servire la Chiesa. Nel 1349 Brigida parte per Roma per ottenere l’approvazione della sua fondazione di Vadstena e per sollecitare il ritorno del Papa da Avignone. Caterina è rattristata da questo allontanamento, ma l’anno dopo raggiunge la madre in occasione dell’Anno Santo, per rispondere all’invito del Papa a visitare la tomba di Pietro e le altre grandi basiliche romane per ottenere le indulgenze.
Il periodo dell’inquietudine
Mentre si trova a Roma, il marito Edgar muore, sicché Caterina, su invito della madre, resta in Italia. Ma ha nostalgia della Svezia, soffre la solitudine, sperimenta la depressione. Brigida le vieta di uscire di casa da sola poiché l’Urbe non è sicura per una giovane e bella svedese che attira sguardi e malintenzionati. Caterina rifiuta proposte di matrimonio e sfugge a diversi corteggiatori. Il cervo che le viene raffigurato spesso accanto la avrebbe salvata distraendo uno spasimante respinto che voleva rapirla. Per tenere lontano gli uomini Caterina veste persino abiti semplici o logori. Tormentata dall’inquietudine, non sa a quale scelta di vita orientarsi. Per capire la volontà di Dio prega allora la Vergine che in un sogno la invita a obbedire alla madre. La seguirà allora in ogni sua iniziativa votandosi totalmente e amorevolmente alle sue cause.
In missione con la madre Brigida e badessa a Vadstena
Insieme con Brigida, Caterina si dedica alla catechesi presso le nobili famiglie romane, si prodiga in opere caritative, perora il progetto di Vadstena, compie pellegrinaggi. Con lei, per circa vent’anni, risiede in una casa nei pressi di Campo de’ Fiori, vivendo in estrema povertà una quotidianità fatta di attività pastorali, preghiera e rigido ascetismo. Il 23 luglio del 1373 Brigida muore. Alla figlia aveva chiesto che le sue spoglie mortali fossero sepolte al monastero di Vadstena. Dopo un lungo viaggio, Caterina vi giunge il 4 luglio dell’anno successivo e qui decide di farsi monaca. Viene eletta badessa ma poco tempo dopo torna a Roma per chiedere la canonizzazione della madre e ottenere l’approvazione della regola dell’Ordine da lei fondato. Nei cinque anni successivi Caterina raccoglie testimonianze sulla madre e incontra prima Gregorio XI, poi Urbano VI. Quest’ultimo approva la regola dell’Ordine brigidino con una bolla il 3 dicembre 1378, ma tralascia la Causa di canonizzazione di Brigida. Dopo avere consegnato tutta la documentazione necessaria, Caterina rientra a Vadstena. Muore il 24 marzo 1381.