Sant'Urbano I, papa
C’è una collina a separare la città abruzzese di Chieti dal borgo di Bucchianico. Attorno alla metà del 1300 le due località sono impegnate in una delle tante guerre di confine. Chieti decide che è l’ora di attaccare e far capitolare la gente del piccolo borgo, ostinatamente arroccata dentro e attorno al castello che domina la vallata. Un giorno – racconta la storia che molto deve alla leggenda – un’armata forse di mercenari muove verso Bucchianico con intenzioni facilmente intuite dalle vedette del borgo. Gli abitanti sono pochi ma il loro comandante militare, il “Sergentiere”, ha un colpo di genio: ordina ai pochi uomini, e si dice pure alle donne, di indossare corazze e ogni tipo di armatura e di cominciare a muoversi dentro il castello e sul fianco della collina senza interruzione. Gli assalitori notano da lontano quel viavai che sembra di un gigantesco esercito in manovra e desistono dai propositi bellicosi.
Un Papato tranquillo
In realtà, secondo la tradizione, lo stratagemma fu ispirato al Sergentiere, sembra in sogno, da Papa Sant’Urbano e ancora oggi nel piccolo borgo l’episodio viene rievocato ogni anno con una grande manifestazione popolare. Al pari di quell’evento, la storia certifica poco della vita di Sant’Urbano I. Eusebio di Cesarea scrive nella sua celebre “Storia Ecclesiastica” che Urbano sale al Soglio dopo la morte di Papa Callisto. Siamo attorno al 223 e fino al maggio 230 il Pontificato di quel Papa, probabilmente originario di Teano, scorre via senza scossoni sotto l’impero di Settimio Severo. In realtà imperversa ancora l’antipapa Ippolito, che aveva dato del filo da torcere a Callisto, ma si narra che Urbano agisca con lui con la medesima fermezza del predecessore.
Fermezza e carità
Le questioni di cui si occupò Papa Urbano offrono uno spaccato delle problematiche della Chiesa della prima ora. Intenta una complessa causa civile contro dei produttori di ostie, revoca il decreto di Papa Zefirino che imponeva calici di vetro per i sacrifici e obbliga all’uso di calici d’argento, è tenace nel rivendicare le proprietà ecclesiali. Dai biografi dell’epoca emerge il profilo di un uomo caritatevole e insieme risoluto, capace di portare al Battesimo molti pagani tra cui la casata romana dei Valerii.
Storie incerte
Molte nebbie si addensano anche sulla morte di Papa Urbano, naturale per alcune fonti, violenta per altre che riferiscono di un’uccisione per mano del prefetto Almenio. Una tarda “Passio” lo vuole martire e legato alla storia di Santa Cecilia, ma i documenti non sono chiari sul punto. Secondo il “Liber Pontificalis”, la più autorevole biografia dei Papi del primo Medioevo, le spoglie di Papa Urbano riposano nel cimitero di Callisto sulla Via Appia a Roma.