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Santa Beatrice di Roma

Santa Viatrice (o Beatrice), Catacombe di Generosa Santa Viatrice (o Beatrice), Catacombe di Generosa  (© Pontificia commisione di archeologia sacra)

Infuriavano le persecuzioni verso i cristiani. Dal ponte detto Emilio, all’altezza dell’isola Tiberina, vennero gettati nel Tevere i corpi dei suoi due fratelli, Simplicio e Faustino, uccisi perché cristiani. Il dolore e la paura dovevano essere i sentimenti che invadevano il cuore della donna che però non esitò a cercare di recuperare i loro corpi per dargli degna sepoltura. Grazie all’aiuto di due sacerdoti, riuscì a strapparli alla corrente del fiume. Li fece seppellire lì dove poi sarà portato anche il suo corpo.

Il martirio per Cristo

Anche a Beatrice, infatti, tocco la stessa sorte. Fu denunciata come cristiana, imprigionata e, nonostante le minacce, perseverò nella fede. Un’altra donna, Lucina, dette sepoltura al corpo di Beatrice e di Rufo, in una cava di pozzolana, dove erano stati deposti i suoi fratelli.

La catacomba di Generosa

La catacomba detta “di Generosa” sorgeva sulla Portuense, tanto che i santi furono detti Martiri Portuensi. Di rilievo l’affresco dalle caratteristiche bizantine, che qui venne scoperto, denominato Coronatio Martyrum, risalente al VI secolo. In esso sono raffigurati cinque personaggi: al centro Cristo che porge la corona del martirio a Simplicio, affiancato da Viatrice mentre alla sinistra vi sono le figure di Faustino, con la palma del martirio in mano, e di Rufo. In seguito, le reliquie di Santa Beatrice e dei suoi fratelli vennero portate nell’Oratorio della Chiesa di Santa Bibiana intorno al 682 da Papa Leone II. Fu poi Papa Urbano VIII a decidere che l’antica chiesa venisse restaurata per mano di Bernini. Questi fece abbattere l’Oratorio e l’arca marmorea fu portata nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Parte delle reliquie si trovano in altre zone d’Europa, la più significativa in Germania.

Beatrice, un nome amato

Da sempre il nome Beatrice è stato diffuso e amato per via del culto della martire romana. La sua diffusione è stata accresciuta anche grazie alla fama di svariate figure, come Beatrice Portinari, la donna amata da Dante Alighieri, e come nobildonne e regine.