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Santo Stefano, re d'Ungheria

Santo Stefano, sec. XIV Santo Stefano, sec. XIV 

I Magiari

Nato in Strigonia – Pannonia - intorno al 975 dal duca Geza, appartenente al popolo magiaro, una federazione di tribù, chiamate On-Ogur, da cui Ungheria, che vuol dire dieci frecce. Nel loro peregrinare si diressero verso l’Occidente, occupando la Pannonia e incutendo paura con le loro incursioni in Germania e nel nord Italia, finché furono vinti a Lechfeld in Baviera, da Ottone I. La sconfitta li obbligò a rientrare nei loro territori e sarà sempre Ottone, divenuto imperatore, ad aiutare il capo dei magiari e padre di Stefano, Geza, a trasformare le tribù in un popolo pacifico, dedito all’agricoltura e convertito al cristianesimo. Non sarà comunque facile per il popolo questo passaggio, tanto che continuarono anche nelle loro usanze e tradizioni pagane.

Vaik, Stefano

A suscitare ammirazione nel popolo per la sua coerente condotta di vita cristiana sarà Carolina, la moglie di Geza, che educherà il figlio Vaik ai valori cristiani, con la felice accondiscendenza del padre. In occasione del Battesimo, a Vaik viene dato il nome di Stefano, in memoria del primo martire cristiano, al quale era dedicata la cattedrale di Passau.

Stefano, Re

Divenuto re, Stefano si lasciò ispirare dalla testimonianza di Adalberto di Praga, santo vescovo di Magdeburgo (956-997) e si circondò di persone sagge e fidate, tra le quali sant’Astrio, monaco ungherese. Sarà lui ad andare dal papa a chiedere che Stefano diventasse Re, a garanzia della Chiesa stessa nel cuore dell’Europa: abbracciare il rito latino avrebbe significato guardare ad Occidente, mentre scegliere quello greco significa porsi sotto l’influsso di Costantinopoli. Il Papa comprese bene la questione e accordò a Stefano il titolo di Re d’Ungheria e la facoltà di consacrare i Vescovi ungheresi. Fu donata a lui la “corona” con la quale nel Natale dell’anno Mille fu incoronato “Re Apostolico”.

Il matrimonio

Anche da Enrico II, imperatore tedesco, la scelta del Papa inizialmente guardata con sospetto, fu poi accolta come decisione saggia, per porre un argine stabile e sicuro contro invasioni non gradite. Una collaborazione che portò, nel 995, al matrimonio tra Stefano e la figlia dell’imperatore, Gisella, grazie alla quale il Re Stefano potè organizzare e consolidare il Paese su salde radici cristiane. I reali invitarono i benedettini a fondare monasteri, realizzarono scuole attorno alle abbazie, e contribuirono in ogni modo per educare il popolo ai valori del cristianesimo. Dal matrimonio nacque un figlio, che educheranno preparandolo a suo successore nel regno. Stefano gli scriveva in una lettera: “In rimo luogo, questo ti consiglio, ti raccomando e ti impongo, figlio carissimo: fa’ onore alla corona reale, conservando la fede cattolica e apostolica con tale diligenza e scrupolo, da essere di esempio a tutti quelli che ti sono stati affidati da Dio, affinché tutte le persone buone ti indichino come un praticante del vangelo. Senza di questo, sappilo per certo, non sarai cristiano né figlio della chiesa…Il Paese è ancora giovane e ha bisogno di persone che lo custodiscano con maggior impegno e vigilanza”.  Purtroppo il figlio morirà incidentalmente in una battuta di caccia

La morte

Stefano muore il 15 agosto 1038 in Strigonia, sua amata terra, l’attuale Szekesfehervar, dov’era nato, e qui fu sepolto nella cattedrale che aveva fatto costruire. Nel 1083 papa Gregorio VII ne permise il culto, visto che il popolo già lo venerava come re e apostolo dell’Ungheria. Nel 1686 fu proclamato Santo.