San Giovanni Eudes, sacerdote, fondatore degli Eudisti
Giovanni
Nacque a Ri, un paesino della Normandia, il 14 novembre 1601. Studiò dai padri gesuiti a Caen, vicino al suo villaggio; tale esperienza gli permise di respirare la spiritualità ignaziana, di coglierne in profondità il carisma e di avere un’ottima formazione culturale, tanto che gli sarà più facile parlare in latino che in francese!
L’incontro con Pierre de Bérulle
Nel 1623 decide di entrare nell’Oratorio fondato da Pierre de Bérulle, educandosi “a vedere in ogni cosa e prima di ogni cosa Dio”. Bérulle, di nobile famiglia francese, voleva abbracciare la vita religiosa ma nessun ordine lo accolse per non andare contro la volontà della nobile famiglia. Decise così di entrare tra i sacerdoti diocesani, concludendo brillantemente gli studi e decidendo di impegnarsi per la conversione degli eretici. Il Cardinale Du Perron dirà di lui: “Se si tratta di convincere gli eretici, portateli da me; se li si vuole convertire li si porti da Francesco di Sales; ma se li si vuole convincere e convertire in un sol colpo, mandateli da Bérulle”. Per realizzare lo scopo di una riforma della Chiesa, Bérulle guardò al modello carmelitano in Spagna e, dopo non pochi sforzi, riuscì a fondare un Carmelo riformato a Parigi: obiettivo era offrire un modello di autentica vita cristiana. Accanto a questo, individuò e formò un gruppo di sacerdoti avviandoli alla vita comune, per pregare insieme e confrontarsi nelle difficoltà del ministero, esperienza ispirata dalla Congregazione dell’Oratorio di san Filippo Neri. Bérulle verrà creato Cardinale nel 1627 è morirà nel 1629.
Giovanni nell’Oratorio di Bérulle
Giovanni entra dunque nell’Oratorio di Parigi, dove si dedica agli studi e il 20 dicembre 1625 viene ordinato sacerdote. Nell’impegno delle Missioni popolari ha modo di prendere coscienza dell’immane povertà in cui versa la popolazione, sia sotto il profilo materiale che spirituale-morale. Sarà proprio questo contesto di miseria che faciliterà il diffondersi del movimento filosofico-teologico-politico Giansenista, fondato da Giansenio (1585-1638). Idea di fondo è che l’uomo nasce comunque corrotto e quindi destinato a fare il male e che unica strada era una “rigorosa” applicazione della vita spirituale, arrivando ad abolire ogni devozione o pietà popolare, ritenuta solo distrazione per il popolo.
Seppur Giovanni riconoscesse il dilagante lassismo spirituale-morale, d’altro canto non concordava con le soluzioni prospettate dal dilagarsi di questa dottrina: “La scienza della devozione – scrive - consiste nel non avere un attaccamento esclusivo a nessuno pratica o esercizio particolare di pietà”.
La peste
Nel 1627 in Normandia scoppia la peste e Giovanni ha il permesso di ritornare nella sua terra per soccorrere i malati. Durante il giorno li visita e li cura, di notte – per evitare di contagiare i suoi compagni – dorme dentro una botte. Anche lui si ammala e solo grazie a un miracolo si salva.
Terminata l’epidemia della peste, risiede nell’Oratorio di Caen, dove si dedica con tutte le sue forze alle missioni in Normandia tanto da stupirsi nel vedere quanti frutti raccoglieva da tale esperienza, ma nello stesso tempo avendo consapevolezza che gli entusiasmi dei fedeli erano passeggeri: mancavano sacerdoti preparati per continuare a coltivare quanto seminato.
Cominciò a sentire l’esigenza di creare centri di formazione per i sacerdoti, raccomandati oltretutto dal Concilio di Trento: i seminari.
Nuova Congregazione, gli “Eudisti”
Nel 1642, incoraggiato anche da de Bérulle e dai Vescovi della regione, lascia l’Oratorio e fonda a Caen il primo seminario, esperienza che si diffonderà in tutta la Francia, anche attraverso la Congregazione di Gesù e Maria per la formazione dei futuri sacerdoti. Stessa cosa farà con le ragazze, fondando la Congregazione delle dame di Nostra Signore della Carità.
La formazione
Si lasciò ispirare dalla spiritualità ignaziana e di Bérulle, sapendo dare quel tocco di sensibilità “devozionale” suo tipico, guardando ai sacri Cuori di Gesù e di Maria. La devozione per Giovanni non era vago sentimentalismo, quanto – attingendo dalla spiritualità biblica - espressione dell’amore con il quale Dio ci ha amati, quindi luogo di raccoglimento, valutazione e decisione. Se il giansenismo puntava al puro sterile razionalismo, Giovanni sapeva coniugare la trasmissione del sapere ai legittimi moti affettivi/interiori dei fedeli. Ciò che contava, era riconoscere Cristo quale “Maestro interiore” e vivere come Lui: “Pensa, ti prego, che nostro Signore Gesù Cristo è il tuo vero capo, e che fai parte delle sue membra. Egli ti appartiene come il capo al corpo. Tutto ciò che è suo, è tuo; il suo spirito, il suo cuore, il suo corpo, la sua anima e tutte le sue facoltà… Tu gli appartieni… E non basta che tu appartenga al Figlio di Dio, ma devi essere in lui, come le membra sono nel loro capo… Queste verità traggono origine nel cristiano dal battesimo, vengono accresciute e rafforzate dal sacramento della confermazione e dal buon uso delle altre grazie partecipate da Dio e ricevono il loro supremo perfezionamento dalla santa Eucaristia”.
Nel 1672, un anno prima delle rivelazioni di santa Margherita Maria Alacoque, compose i testi liturgici dei Sacri Cuori per la festa che introdusse nella sua città.
Muore il 19 agosto 1680 a Caen; è beatificato da san Pio X nel 1909 e canonizzato da Pio XI nel 1925.