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San Bartolomeo, apostolo

San Bartolomeo, Simone Martini San Bartolomeo, Simone Martini  (© MET)

“Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth». Natanaèle esclamò: «Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!»”. (Gv 1, 45-49)

Nei Vangeli sinottici viene chiamato Bartolomeo; in quello di Giovanni, invece, in ebraico, Natanaele. Gli studiosi affermano che sia la stessa persona: un “dono di Dio”, come racconta l’etimologia del suo nome e come lo sono per la Chiesa tutti i Santi.

La chiamata nel Vangelo di Giovanni

Tutto quello che sappiamo di certo sulla vita di Bartolomeo ci viene dai testi evangelici, soprattutto dal Vangelo di Giovanni che racconta nei dettagli la sua chiamata. Bartolomeo è un pescatore di Cana, ma conosce bene Nazareth, che dista solo 8 km, e non si fida di quei montanari: perciò si mostra scettico quando l’amico Filippo gli parla di Gesù, ma lui gli risponde semplicemente “vieni e vedi”. E in effetti Bartolomeo va, e appena Gesù lo vede gli dimostra una fiducia che non ha uguali: finalmente un israelita sincero, lo accoglie, ma lui riesce solo a rispondere domandando come fa Gesù a conoscerlo. È un uomo concreto, lui, attaccato alla tradizione, che medita quotidianamente la Bibbia come vuole la legge. Ma dopo tutta questa diffidenza, l’adesione di Bartolomeo a Gesù sarà totale: “Tu sei il re di Israele!”, esclama. Data la sua provenienza, si ipotizza che Bartolomeo possa essere stato presente alle nozze di Cana, teatro del primo miracolo di Gesù, ma non ci sono riscontri nei testi.

Apostolo in India, martire in Armenia

Dopo la morte di Cristo, sappiamo quali apostoli fossero riuniti in preghiera perché ce lo dicono gli Atti con un preciso elenco di nomi. Tra questi c’è anche Bartolomeo. Cosa fa dopo non è certo storicamente, ma pare vada a predicare la Parola in diverse regioni orientali, dalla Mesopotamia fino in India, operando miracoli e guarigioni prodigiose. Finché non giunge in Armenia. Qui, oltre a convertire le popolazioni di ben 12 città, riesce a evangelizzare anche il re Polimio e sua moglie, mandando su tutte le furie i sacerdoti delle divinità locali. Alla fine Astiage, il fratello del re, sobillato proprio dai sacerdoti, riesce a condannarlo a morte. Il martirio si compie ad Albanopoli intorno all’anno 68, poi nei secoli le sue reliquie, dopo mille peripezie, arriveranno a Roma per intervento dell’imperatore Ottone III per riposare nella basilica a lui dedicata sull’Isola Tiberina.