Card. Tauran per il Deepavali: appello contro l'intolleranza
di Roberto Piermarini
Nel messaggio alla comunità indù dal titolo “Cristiani e Indù: oltre la tolleranza” per la festività di Deepavali, che sarà celebrata il prossimo 19 ottobre, il card. Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, prendendo spunto dalle difficoltà che incontrano la comunità cristiana e quella induista, mette in evidenza la sfida dell’intolleranza, che è causa di violenza in tante parti del mondo. Il porporato invita a riflettere su come le due comunità "possono insieme far crescere il rispetto reciproco tra le persone - andando oltre la tolleranza -, per preparare un’era più pacifica ed armoniosa per ogni società".
"La tolleranza comporta certamente apertura e pazienza con gli altri, riconoscendo la loro presenza in mezzo a noi. Però, se dobbiamo operare per una pace duratura e una vera armonia, non basta la tolleranza" afferma il card. Tauran. "Servono pure un vero rispetto e attenzione alla diversità delle culture e delle usanze delle nostre comunità, che contribuiscono a loro volta alla salute e all’unità della società nel suo insieme. Considerare come una minaccia all’unità il pluralismo e la diversità conduce tragicamente all’intolleranza e alla violenza".
"Il rispetto per gli altri - continua nel suo messaggio il card, Tauran - è un antidoto importante all’ “intolleranza”, perché manifesta verso la persona e la sua innata “dignità” un autentico apprezzamento. Alla luce della nostra responsabilità verso la società, per far crescere questo rispetto, si deve dimostrare stima per le diverse usanze e pratiche sociali, culturali e religiose, nonché per il riconoscimento dei diritti inalienabili come il diritto alla vita o a professare e praticare la religione di propria scelta".
"La via che devono percorrere le diverse comunità - afferma il presidente del Consiglio per il Dialogo interreligioso - è dunque segnata dal rispetto. Mentre la tolleranza protegge semplicemente l’altro, il rispetto va oltre: crea spazio per ogni persona e nutre in noi la sensazione di stare a proprio agio con gli altri; ci consente di vedere le nostre differenze come un segno della diversità e ricchezza dell’unica famiglia umana. In questo modo, come ha evidenziato Papa Francesco nel corso del suo viaggio in Sri Lanka: 'La diversità non sarà più vista come una minaccia, ma come fonte di arricchimento' ed ai partecipanti alla Conferenza Internazionale di Pace, Al-Azhar a il Cairo, il Papa ha esortato i responsabili religiosi e i credenti ad avere 'il coraggio di accettare le differenze, perché chi è differente da me, culturalmente o religiosamente, non va visto e trattato come un nemico, ma accolto come un compagno di strada, nella genuina convinzione che il bene di ciascuno risiede nel bene di tutti' ".
Per andare oltre la tolleranza per costruire una società armoniosa e pacifica, il card. Tauran sollecita cristiani e induisti, insieme con altri credenti e persone di buona volontà, ad incoraggiare, nelle proprie famiglie e comunità, e per mezzo degli insegnamenti religiosi e dei mezzi di comunicazione, "il rispetto per ogni persona, specialmente per quelli di culture e credenze diverse dalle nostre, che stanno in mezzo a noi".
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