Convegno in Vaticano: insieme per sconfiggere la tratta
di Emanuela Campanile
Al centro, prima di tutto, le vittime. Questo il punto di partenza dell’impegno della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali contro il traffico di esseri umani. “Un crimine contro l’umanità”, spiega mons. Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della stessa Accademia, a margine della conferenza stampa che oggi ha chiuso il 'Workshop Assisting Victims in Human Trafficking', dopo due giorni di intenso lavoro.
“Ricollocazione, reintegrazione e riabilitazione”, le chiavi per aprire un futuro di speranza alle vittime di questo giro d’affari da miliardi di dollari - circa 150 all’anno - che, come dichiara Margaret Archer, presidente della Pontificia Accademia, è paurosamente “in crescita” a causa delle “nuove forme di reclutamento digitale”. "Tuttavia - aggiunge Archer - è stato davvero bello il fatto che Papa Francesco ci abbia mostrato la via da intraprendere: senza la sua autorità morale, non riesco ad immaginare come saremmo riusciti ad ottenere i progressi raggiunti".
Altro fondamentale passo per sconfiggere questa piaga è riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale: “l’informazione ha un ruolo fondamentale in questa lotta”- sottolinea il professor John McEldowney - e bisogna rendersi conto che quando parliamo di traffico di esseri umani, parliamo di schiavitù”. Con un esempio molto pratico, il porfessore spiega cosa comporta la mancanza di informazione: "quando ci troviamo di fronte a un’etichetta, non c’è scritto: “Questa camicia o queste calze sono state prodotte da persone non soggette a traffico umano”. Noi non lo sappiamo! E questa insipienza è il brodo nel quale naviga tutta l’economia del traffico di persone umane. Potremmo trovarci a consumare il prodotto di questo orrendo commercio senza saperlo".
Ascolta l'intervista integrale al prof. John McEldowney:
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