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Libro Falasca su morte Papa Luciani. Parolin: ricerca storica rigorosa

Ricostruzione effettuata con documentazione inedita e d'eccezione

di Alessandro Gisotti

Una ricostruzione effettuata secondo una modalità di ricerca storica rigorosa, sulla base di documentazione d’eccezione, fino a oggi inedita”. Così il cardinale Pietro Parolin definisce il libro su Papa Luciani, Cronaca di una morte, scritto da Stefania Falasca, giornalista di Avvenire e vicepostulatrice della Postulazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Giovanni Paolo I. Nella prefazione al volume, edito da Piemme e in uscita il 7 novembre, il segretario di Stato Vaticano sottolinea che la “repentina scomparsa” di Albino Luciani “ha dato il via lungo i decenni” a “una miriade di teorie, sospetti, supposizioni”.

Il lavoro di ricerca della Falasca, rileva dunque il porporato, ha il merito di essere “una riconsegna doverosa alla memoria di Giovanni Paolo I affinché la sua valenza storica possa essere restituita appieno con la correttezza e la serietà che gli si deve, consentendo di aprire nuove prospettive di studio sulla sua opera”. Con questo libro, evidenzia ancora il cardinale Parolin, viene fatta luce, “attraverso il riscontro documentale e il confronto asciutto e puntuale delle prove testimoniali”, sull’epilogo della vita di Papa Luciani e “vengono finalmente chiariti quei punti rimasti nel limbo, amplificati e travisati nelle ricostruzioni noir. Il breve pontificato di Giovanni Paolo I, osserva ancora il segretario di Stato vaticano, “non è stato il passaggio di una meteora, che si spegne dopo breve tragitto”. Papa Luciani, conclude, ha rafforzato “il disegno di una Chiesa conciliare vicina al dolore delle genti e alla loro sete di carità”.

Sul significato di questa ricerca, frutto di un lavoro durato molti anni, abbiamo intervistato proprio l’autrice del volume, Stefania Falasca:

R. – Per me si è trattato di un lavoro prettamente processuale. Si trattava di vedere, anche negli ultimi istanti della morte del Papa, quello che è l’epilogo della sua vita. Quindi, nell’ambito di un processo, questo si fa e si fa con metodo storico-critico, con la ricerca, sulla base del reperimento e dell’acquisizione delle fonti. Questo è dirimente: le fonti, i testi e i documenti. Questo è quello che interessa la storia e che ci interessa capire.

D. – Quali sono gli elementi più forti che emergono?

R. – Abbiamo attraversato anche l’ora ultima, estrema, che vede Giovanni Paolo I in quel breve colloquio che fa con la suora: quella che poi lo rinvenne l’indomani. Si tratta di documenti che sono fonti orali per un processo; questo praticamente è stato vagliato con la documentazione medica e clinica. Qui abbiamo quella che io chiamerei – ed è stato così riportato – una “definizione chiara”, intorno alla quale ritengo non si possano fare altre supposizioni. Come è morto Luciani: dalla documentazione clinica – e abbiamo riportato anche la cartella clinica e la diagnosi fatta al momento della morte dal medico Buzzonetti, che corrisponde anche ad altra documentazione sempre medica che è stata rinvenuta – si può dire che Luciani sia morto per un fatto ischemico che ha provocato un infarto. Questa è la nuda e cruda verità.

D. – Il cardinale Parolin scrive nella prefazione che si tratta di una “riconsegna doverosa alla memoria di Giovanni Paolo I affinché la sua valenza storica possa essere restituita a pieno con la correttezza e la serietà che gli si deve”…

R. – Sì, penso che la causa abbia avuto proprio questo merito. Questo era un lavoro necessario e doveroso. Sulle virtù e sulla santità non credo che ci siano dubbi possibili, perché Giovanni Paolo I è una figura limpidissima da questo punto di vista. Quello che era necessario per Luciani era uno scavo archivistico sulle fonti, perché così si possa parlare di lui davvero in termini scientifici. E quindi penso che la Causa possa essere da base, in questo senso, a tutta un’altra stagione che recuperi la dimensione e la valenza del suo Magistero nelle circostanze della Chiesa attraversate in quel momento

Intervista a Stefania Falasca

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04 novembre 2017, 17:18