Mons. Patrón Wong: Francesco vuole sacerdoti radicati nel popolo
di Alessandro Gisotti
“Il Dono della vocazione”. E’ il titolo di due serate di approfondimento sulla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, promosse dalla Pontificia Università Gregoriana. Alla prima conferenza che si è tenuta ieri, sono intervenuti tra gli altri padre Marko Ivan Rupnik e l’arcivescovo Jorge Carlos Patrón Wong. Proprio al segretario per i seminari della Congregazione per il Clero, abbiamo chiesto di parlare del documento per la formazione sacerdotale approvato l’8 dicembre scorso e di come Papa Francesco guarda alle nuove generazioni di sacerdoti:
R. – La Ratio ci chiede di formare nel nostro cuore tutti i tratti umani e spirituali della persona di Gesù. Noi sacerdoti, insieme con il Popolo di Dio, stiamo camminando con questa bellissima vocazione: essere discepoli missionari di Cristo. Noi siamo discepoli che vogliono che la propria vita, il proprio cuore e servizio siano quelli di un buon pastore, un buon samaritano. E che possiamo condividere con il nostro popolo la gioia del Vangelo e questa esperienza unica e straordinaria dell’incontro con Cristo: far conoscere che il Vangelo veramente ci fa incontrare una cultura più umana e soprattutto più bella e felice.
[ Papa Francesco vuole sacerdoti radicati nel cuore di Gesù ]
D. – Lei incontra i seminaristi di tutto il mondo e anche in viaggio proprio per incontrare nei seminari i futuri sacerdoti: quanto è importante questo per Papa Francesco? Cosa le dice Papa Francesco quando ritorna dai seminari nei Paesi più lontani del mondo?
R. – Per Papa Francesco quello che è importante è la cultura dell’incontro: questo essere “Chiesa di comunione”, molto sinodale. Io sono veramente felice e contento di contribuire a questa missione del far sperimentare che la presenza del Papa, la presenza di Dio e dello Spirito Santo sono dappertutto. Tutti gli ideali della vita cristiana sono ormai parte della vita, parte del mondo. Quello che dobbiamo fare è sperimentare questa comunione: che lo Spirito Santo ci guida di fronte alle sfide del mondo odierno.
D. – Come sappiamo, Papa Francesco, fin dall’inizio del suo Pontificato, ha chiesto ai sacerdoti di essere “pastori con l’odore delle pecore”. Sta passando questo, secondo lei?
R. – Io credo che la nuova generazione - i sacerdoti e i vescovi – sia chiamata dall’interno alla chiamata di Papa Francesco: essere con il nostro popolo, a volte come guida, davanti ad esso, molte volte in mezzo al popolo, altre dietro. È un’esperienza possibile perché vera: perché noi siamo nati nella nostra famiglia, nel nostro Popolo di Dio, e siamo radicati nel cuore di Gesù per essere buoni pastori, cioè per vivere e condividere la vita e l’avventura della vocazione cristiana con il nostro popolo.
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