"La bellezza ci unisce": annunciate due mostre in Cina e in Vaticano
di Adriana Masotti
Conferenza stampa stamattina nella Sala Stampa della Santa Sede per l’annuncio di un’iniziativa assolutamente originale promossa dai Musei vaticani e dal China Culture Industrial Investment Fund (Fondo cinese per gli Investimenti nella industria e nella Cultura) fondato nel 2011. Si tratta di due mostre che, a partire dalla primavera del 2018, avranno luogo in contemporanea presso i Musei Vaticani e la Città Proibita a Pechino. L’iniziativa si inserisce all’interno de La Bellezza Ci unisce, un progetto sorto tra i Musei del Papa e il Fondo cinese con l’intento di creare forme di collaborazione culturale attraverso il linguaggio universale dell’Arte.
I Musei Vaticani non sono nuovi a questo genere di collaborazioni, ma è la prima volta che si organizza un’esposizione a Pechino, afferma Barbara Jatta, Direttore dei Musei Vaticani, aprendo la Conferenza, che poi sottolinea: “Credo che il vero motivo di novità sia lo spirito che ci ha animati sin dall’inizio (…) In questi mesi, via via che prendeva forma questa idea, ci siamo ritrovati, forse inaspettatamente, in una consapevolezza condivisa: riuscire a parlare un linguaggio universale, quale solo sa essere quello della bellezza, che è un potentissimo richiamo all’armonia e all’unità”. La bellezza è un’esigenza di ciascuno, prosegue la Jatta che parla di “diplomazia dell’arte” che i Musei perseguono “innestandosi su una tradizione pluri-secolare della Chiesa”. “Penso che sia questo, conclude il direttore, che anche il Santo Padre si attenda dai 'Suoi' Musei!".
40 saranno le opere che il Vaticano presterà per l’esposizione in Cina, altrettante quelle che dalla Cina costituiranno la mostra che verrà allestita ai Musei Vaticani. A spiegare più nel dettaglio i contenuti è padre Nicola Mapelli, Curatore del Museo Anima Mundi dei Musei stessi: “Pochi forse sanno, dice, che oltre la metà delle opere da noi conservate, riguardano culture e popoli non europei: si tratta di migliaia di oggetti d’arte. Nella sezione Anima Mundi tutti trovano ospitalità perché proprio favorire il dialogo tra le culture è l’obiettivo che ci proponiamo. Le 40 opere cinesi che arriveranno a Pechino, saranno scelte proprio da questo patrimonio.
Aprendo il suo intervento in Conferenza stampa, Jiancheng Zhu , Segretario Generale del China Culture Investment Fund, ringrazia il Vaticano per il grande lavoro fatto per realizzare le due mostre sino-vaticane e poi dichiara “Questo evento è molto importante nel promuovere la mutua comprensione e la fiducia reciproca, rafforzerà ulteriormente l’amicizia e la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Cina e Vaticano”.
Che la bellezza sia strumento di unità è convinto anche il Maestro Zhang Yan: dodici suoi dipinti saranno esposte in Vaticano, tra cui Iron Staff Lama, donato in segno di amicizia il 31 maggio scorso a Papa Francesco, a nome di 1,4 miliardi di cinesi. E una particolare sintonia tra l’artista e il Papa emerge sul tema del rapporto uomo-natura. “La sopravvivenza della vita sulla Terra, afferma in Conferenza, dipende da tutti noi”. E citando poi la “Laudato sì” di Francesco continua: “Non importa a quale nazione apparteniamo o quale credo professiamo, nulla al mondo è irrilevante per noi. Madre Terra , che è, come dice Papa Francesco nella sua lettera Laudato Si’, una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia, ci mostra che la grande famiglia delle nazioni può essere tollerante e unita”.
Conclude la presentazione delle due mostre mons. Paolo Nicolini, Delegato Amministrativo dei Musei Vaticani. “Il rapporto con gli amici cinesi, spiega, nasce dalla necessità dei Musei Vaticani di aprirsi al mondo. Solo con il rapporto vivo con le persone un museo può vivere e Papa Francesco vuole proprio questo: rendere i Musei aperti a tutti e farne uno strumento di pace”.
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