Viganò: comunicazione Francesco genera sempre significato
Papa Francesco “produce sempre significato”, lo fa con “il suo corpo, il suo sguardo, i suoi gesti, alcuni suoi atteggiamenti”. E’ quanto affermato da mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, intervenendo questa mattina, nella sede Rai di viale Mazzini, alla presentazione del libro “Il racconto di Francesco. La comunicazione del Papa nell’era della connessione globale”(Luiss University Press 2017), a cura di Paolo Peverini (Università Luiss “Guido Carli” e consultore della Segreteria per la comunicazione) e Anna Maria Lorusso (Università di Bologna).
Questo, ha osservato mons. Viganò, “è un libro che cerca di capire come le narrazioni messe in atto da Papa Francesco producono dei processi di significazione, quindi creano anche delle relazioni con le persone che lo vedono concretamente o che lo vedono attraverso i media”. Francesco, ha detto ancora il prefetto del dicastero vaticano, “è un Papa paradossalmente mediatico nel senso che è totalmente disinteressato e distante dalla tecnologia. Lui enfatizza invece l’aspetto del carisma personale e così fa che i media lo inseguano”. Papa Francesco, ha soggiunto, mons. Viganò, “ha una comunicazione spontanea e immediata, ma non è mai sprovveduta”. La nostra sfida, ha poi affermato rispetto al lavoro dei media vaticani, è di essere “immediatamente proattivi per individuare” le mosse del Papa, quando “sfugge” al protocollo. “Altre volte – ha ripreso – non ci resta che piegare lo strumento tecnico a lui per dare il massimo spazio alla sua narrazione”.
Mons. Viganò, sollecitato dai giornalisti, ha quindi risposto sulle parole del Papa a proposito dell’uso dei telefonini durante le Messe. “E’ vero – ha detto - che oggi siamo sempre più in un momento di compenetrazione tra vita off line e vita on line. E’ vero che non sappiamo dire quando una nostra azione è mediale o non è mediale, però è anche vero che l’Eucaristia è una sospensione del tempo. È uno spazio del sacro!” “Un telefonino che non fa percepire un dentro e un fuori – ha ammonito – è allora certamente un elemento di disturbo”.
Dal canto loro, i curatori del volume, Anna Maria Lorusso e Paolo Peverini, hanno messo l’accento sulla straordinaria capacità di “rimediazione” di Francesco. Un Papa, è stato osservato, che crea “un circuito semiotico che include il vecchio e il nuovo” e che se da una parte “crea un fortissimo effetto di trasparenza”, al “tempo stesso è capace di uno storytelling raffinato”. Ancora, si è sottolineato quanto sia importante “la fiducia che il Papa attribuisce ai media che non vengono da lui considerati come una necessità, ma piuttosto come un’occasione positiva”.
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