Quaresima. P. Cantalamessa: trasformarsi per trasformare il "mondo"
Debora Donnini-Città del Vaticano
Nella prima predica di Quaresima nella cappella Redemptoris Mater in Vaticano padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, sottolinea che per trasformare il mondo bisogna trasformare noi stessi. La sua riflessione, stamani, ruota attorno alle parole di San Paolo nella Lettera ai Romani: “Non conformatevi alla mentalità di questo mondo”. Non dice, poi, “trasformatelo” ma appunto “trasformatevi” . Questa prima meditazione introduce nello spirito della Quaresima, senza entrare nel tema specifico in programma, anche per l’assenza di parte dell’uditorio, il Papa e la Curia Romana impegnati nell’ultima giornata degli Esercizi spirituali ad Ariccia.
La parola "mondo" nel cristianesimo
Il frate cappuccino ricorda che l’atteggiamento di Gesù verso il mondo è quello di “essere nel mondo, ma non del mondo”, che in se stesso, nonostante tutto, è una realtà buona in quanto creato da Dio. Quindi, padre Cantalamessa analizza il rapporto fra il pensiero cristiano e il "mondo" lungo i secoli: con Paolo e con Giovanni la parola “mondo” si carica di una valenza morale riferendosi per lo più a come sia divenuto in seguito al peccato, poi l’ideale della fuga dal mondo dei primi secoli fino alla cosiddetta “teologia della secolarizzazione” che finisce nell’ideale di una fuga “verso” il mondo, cioè una mondanizzazione. Ci si era messi così in un “vicolo cieco” - nota - e in pochi anni non si parlò più di teologia della secolarizzazione e alcuni degli stessi promotori ne presero le distanze.
Andare verso i poveri è separarsi dal mondo
Padre Cantalamessa spiega quindi quale sia il "mondo" a cui non bisogna conformarsi:
Sappiamo già qual è, per il Nuovo Testamento, il mondo al quale non dobbiamo conformarci: non il mondo creato e amato da Dio, non gli uomini del mondo ai quali, anzi, dobbiamo andare sempre incontro, specialmente i poveri, gli ultimi, i sofferenti. Il “mescolarsi” con questo mondo della sofferenza e dell’emarginazione è, paradossalmente, il miglior modo di “separarsi” dal mondo, perché è andare là, da dove il mondo rifugge con tutte le sue forze. È separarsi dal principio stesso che regge il mondo, che è l'egoismo.
La fede è il terreno di scontro primario
Il terreno di “scontro primario” fra il cristiano e il "mondo" è la fede, dice padre Canatalamessa che fa riferimento alle "conclusioni che tirano gli scienziati non credenti dall’osservazione dell’universo” e anche altri: nel migliore dei casi “Dio viene ridotto a un vago e soggettivo senso del mistero e Gesù Cristo non è neppure preso in considerazione”. L'“adattamento allo spirito dei tempi” è quando il mondo addormenta le persone succhiando le energie spirituali e iniettando una specie di liquido soporifero.
Passa la scena del mondo
Il cristiano - spiega - non deve conformarsi al mondo non perché la materia sia cattiva o nemica dello spirito, come pensavano i platonici, ma perché passa la scena di questo mondo. Basti pensare ai miti di 40 anni fa o a cosa resterà dei miti e delle celebrità di oggi. “Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò”, dice Giobbe e la stessa cosa – afferma padre Cantalamessa - succederà “ai miliardari di oggi con il loro denaro e ai potenti che oggi fanno tremare il mondo con il loro potere”.
Il digiuno dalle immagini
Infine, un monito a “digiunare dalle immagini del mondo”, mentre oggi si digiuna solo per mantenere la linea. Un aspetto che riguarda spesso Internet. E se accade di essere turbati da alcune immagini, il suo invito è a guardare il Crocifisso o andare davanti al Santissimo. All’inizio di questa Quaresima bisogna, quindi, “passare dal mondo per non passare con il mondo”.
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