“Ponti di solidarietà” della Chiesa per i migranti del Venezuela
Michele Raviart – Città del Vaticano
A causa della crisi politica ed economica sono migliaia i cittadini che fuggono dal Venezuela verso i Paesi vicini per cercare una vita migliore. Per questo, e in risposta all’appello di Papa Francesco di accogliere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati, otto conferenze episcopali sudamericane, insieme al Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale hanno deciso di lavorare insieme per gestire questo imponente flusso di persone, accogliendole sul territorio dei loro Paesi.
La solidarietà dei vescovi sudamericani
I vescovi di Brasile, Colombia, Ecuador, Cile, Perù, Bolivia, Paraguay e Argentina, con il piano “Ponti di solidarietà”, presentato oggi nella Sala Stampa della Santa Sede, si propongono di fornire servizi di accoglienza per i migranti più vulnerabili, aiutandoli con alloggi e inclusione al lavoro. Previsto anche l’ampliamento dell’accesso all’educazione e alla salute, oltre che un’assistenza spirituale per tutto il periodo di permanenza all’estero dei migranti.
Un piano nato dalla solidarietà della gente
L’idea per questo piano di accoglienza è nato innanzitutto dalla solidarietà della gente, spiega padre Fabio Baggio, sottosegretario della sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, “che sente la presenza del fratello latinoamericano, che in questo momento è in viaggio e in difficoltà”. Per i vescovi sudamericani la situazione dei profughi del Venezuela è una delle più grandi preoccupazioni, tanto che hanno segnalato la questione al Dicastero.” Approfittando di questo sentimento positivo”, continua padre Baggio, “ è stato possibile costruire un progetto che istituzionalizzi questa serie di aiuti.
Un aiuto ai più vulnerabili
Il piano, che sarà operativo in questi giorni e che ha una durata iniziale di due anni, ha l’obiettivo di occuparsi di centinaia di migliaia di migranti venezuelani ed è rivolta anche ai cittadini più vulnerabili dei Paesi ospitanti.
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