Torna in Vaticano una lettera di Cristoforo Colombo trafugata
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Si risolve il “giallo” internazionale sulla lettera di Cristoforo Colombo trafugata in Vaticano. La missiva del navigatore ed esploratore italiano è stata restituita dall’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Callista Gingrich, alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Lo scorso 14 giugno, la diplomatica, insieme con i rappresentanti del dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e delle indagini di sicurezza nazionale, ha consegnato il reperto all’archivista e bibliotecario, mons. Jean-Louis Brugues, e al prefetto, mons. Cesare Pasini.
Un best-seller del 1493
La lettera di Cristoforo Colombo è un resoconto della scoperta dell’America, da lui erroneamente ritenuta “le Indie”, scritta nel 1493 al re Ferdinando e alla regina Isabella di Spagna. Il testo è stato poi tradotto in latino e diverse copie sono state distribuite in tutta Europa. La Biblioteca Apostolica Vaticana ricevette una di queste edizioni nel 1921, come parte della “Collezione De Rossi” di libri e manoscritti rari. Nel documento, di poche pagine, il navigatore genovese descrive gli esseri umani, la fauna e la flora del Nuovo Mondo e di come fosse riuscito a prenderne possesso giungendovi, dopo 33 giorni di navigazione, il 12 ottobre 1492. La scrisse sulla via del ritorno, nel 1493, a bordo della “Nina”. Sbarcato a Lisbona il 4 marzo, fece recapitare il tutto in duplice copia alla corte spagnola. Di quei manoscritti in lingua spagnola non si è conservata traccia, di qui il valore storico e patrimoniale delle stampe in latino. La lettera iniziò a circolare tra i collezionisti in un tempo in cui la stampa iniziava a farsi largo tra le abitudini quotidiane degli europei. Così la missiva, in un primo tempo tenuta segreta, fu stampata e diffusa, permettendo a tutti di venire a conoscenza dell’esistenza di un nuovo continente.
Un nuovo viaggio dagli Stati Uniti
Nel 2011, il Dipartimento statunitense delle indagini di sicurezza nazionale è stato contattato da un esperto di libri e manoscritti, che riteneva che il documento appartenete alla collezione vaticana fosse un falso. Dopo aver informato il Vaticano del possibile furto, i funzionari del Dhs hanno coordinato l’esame della lettera da parte di esperti in materia, tra cui specialisti dell’Università di Princeton. Pur non conoscendo il periodo esatto in cui la lettera è stata trafugata, gli agenti americani hanno rintracciato l’originale, acquistato da Robert Parsons da un commerciante di libri a New York nel 2004, senza sapere che fosse stato prelevato senza autorizzazione dal Vaticano. La vedova di Parsons, Mary, ha accettato poi di rinunciare e abbandonare tutti i diritti, il titolo e l’interesse per la lettera.
Tre lettere tornate a “casa”
Il Dipartimento delle indagini di sicurezza nazionale ha recuperato e restituito tre lettere di Colombo nell’ambito delle indagini sulla vendita illecita di libri e manoscritti rubati. Oltre alla Lettera di Colombo del Vaticano, ha confiscato e restituito missive appartenenti alla Biblioteca Riccardiana di Firenze e alla Biblioteca della Catalogna di Barcellona.
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