La storia della riforma della Curia Romana dal 2013
Debora Donnini-Città del Vaticano
Cinque anni di lavoro, 139 riunioni ufficiali in 24 Sessioni, che hanno già portato a 25 interventi normativi e, ora, alla bozza della nuova Costituzione Apostolica sulla Curia Romana, il cui titolo provvisorio è Praedicate Evangelium. Questo il percorso compiuto finora dal Consiglio dei Cardinali, scandito da tappe importanti. Un percorso che inizia subito dopo l’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio.
La nascita nel 2013
Era il 13 aprile del 2013, un mese esatto dall’elezione di Papa Francesco, quando un comunicato della Segreteria di Stato annunciava la costituzione di un Consiglio di Cardinali per consigliare il Papa nel governo della Chiesa universale e proporre la revisione della Costituzione Apostolica Pastor Bonus sulla Curia Romana, che era del 1988. Il Papa riprendeva così un suggerimento emerso nelle Congregazioni Generali che hanno preceduto lo stesso Conclave che lo ha eletto.
La formazione
Il Consiglio viene costituito con un Chirografo del successivo 28 settembre. Ne fanno parte inizialmente 8 cardinali. Mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, ne è il segretario. Coordinatore è il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras. L’anno successivo viene aggiunto il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin e il Consiglio diventa così il C9. La prima riunione del Consiglio è del 1 ottobre del 2013.
La scelta missionaria è il principio ispiratore
A guidare tutto questo lavoro, il principio ispiratore indicato nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium e cioè quello di una “scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa”. Una scelta che si declina con 3 criteri: quello della tradizione, cioè fedeltà alla storia e continuità col passato, quello dell’aggiornamento al quale si ispirano la Segreteria per la Comunicazione e il Consiglio e la Segreteria per l’Economia, e del coordinamento nel senso dell’accorpamento di alcuni Dicasteri.
D’altra parte nel corso di questi anni il Papa ha espresso anche diversi principi guida. Tra questi, l’indicazione delle “malattie curiali”, il “catalogo delle virtù necessarie” e i dodici criteri della riforma. Meta della riforma della Curia - ha sottolineato Francesco - è di favorire maggiore armonia nel lavoro dei vari Dicasteri e Uffici per realizzare una più efficace collaborazione. Ma la riforma – ha evidenziato con forza – “non è fine a se stessa ma un mezzo per dare una forte testimonianza cristiana”.
I 25 interventi normativi di questi anni
I principali interventi normativi di questi anni, messi in atto tramite Chirografo o Motu Proprio, spaziano in diversi settori. Dall’istituzione del Comitato di Sicurezza Finanziaria della Santa Sede, per la prevenzione e il contrasto del riciclaggio, del finanziamento del terrorismo e della proliferazione di armi di distruzione di massa, all’aver delineato la giurisdizione degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano in materie penale. Nascono la Segreteria per l’Economia e il Consiglio per l’Economia, con il compito di armonizzare le politiche di controllo riguardo alla gestione economica della Santa Sede e della Città del Vaticano, la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e la Segreteria per la Comunicazione. E ancora si provvede alla riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio e si è voluto prevenire alla negligenza dei Vescovi nell’esercizio del loro ufficio, in particolare relativamente ai casi di abusi sessuali compiuti su minori e adulti vulnerabili. Poi si sono costituiti il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e quello per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che accorpano diversi organismi vaticani. Viene anche istituita nella prassi della Congregazione delle Cause dei Santi circa l’iter di beatificazione e canonizzazione la nuova fattispecie dell’offerta della vita. Questi sono solo alcuni dei 25 interventi su cui il Consiglio dei Cardinali ha lavorato in questi 5 anni fino ad arrivare, seguendo un principio di gradualità, alla bozza di questa nuova Costituzione Apostolica, che ha dietro anche tutto un lavoro di studio di analisi e proposte giunte dai Dicasteri della Curia, dagli Episcopati e da competenti della materia.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui