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Mons. Ivan Jurkovic, osservatore permanente della Santa Sede all'Onu, Ginevra Mons. Ivan Jurkovic, osservatore permanente della Santa Sede all'Onu, Ginevra 

Santa Sede all'Onu: urgente ripensare il significato del lavoro

L’osservatore permanente della Santa Sede, mons. Ivan Jurkovic, è intervenuto alla 107.ma sessione dell’Oil sul futuro del lavoro di fronte alle nuove sfide del mondo globalizzato, sottolineando la necessità di investire nei giovani e di garantire pari dignità, diritti e retribuzioni alle donne

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

Recuperare il valore autentico del lavoro “quale espressione essenziale della persona umana” e mezzo per perseguire la realizzazione di sé: questa la strada per costruire una società inclusiva “che non misuri il progresso umano solo in termini di crescita economica e accumulo di ricchezza materiale”. È quanto ha affermato l’arcivescovo Ivan Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu a Ginevra, intervenendo, ieri, alla sessione dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (Oil) in corso dal 28 maggio all’8 giugno.

Il mondo del lavoro: cambiamenti senza precedenti

Al centro dell’intervento il futuro del lavoro e la giustizia sociale di fronte ai profondi cambiamenti del mondo attuale, uno dei temi ai quali l’Organizzazione dedica la sua attenzione in vista delle celebrazioni del centenario dell’Oil nel 2019. Fenomeni come la globalizzazione dei mercati e le innovazioni tecnologiche, ma anche l’instabilità finanziaria mondiale, gli squilibri economici e di potere, le tendenze demografiche e i cambiamenti climatici, stanno trasformando radicalmente il mondo del lavoro.
Questo – ha sottolineato mons. Jurkovič – impone un profondo ripensamento del suo significato per l’economia, la società e la politica, soprattutto in riferimento alle nuove sfide poste dall’avanzamento delle tecnologie che hanno forti implicazioni sociali, ma anche etiche.

Puntare sui giovani trascurati dall’attuale economia 

Parlare del futuro del lavoro in tale contesto significa innanzitutto pensare ai giovani. “Per costruire un futuro sostenibile - ha sottolineato il delegato vaticano – è necessario coinvolgere le nuove generazioni” che invece sono paradossalmente sempre più marginalizzate dai processi produttivi.  La crescita economica mondiale non sembra infatti capace di creare nuovi posti di lavoro di qualità soprattutto per i giovani, che pure dovrebbero essere i protagonisti dei processi in corso.

Consentire alle donne di conciliare lavoro e famiglia

Garantire un lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito a tutti - ha proseguito mons. Jurkovič – significa anche garantire pari diritti a uomini e donne. Uno dei principali nodi da sciogliere su questo fronte resta quello di permettere alle lavoratrici di conciliare famiglia e lavoro,  nella consapevolezza che essa è la cellula fondamentale della società e quindi “deve essere protetta”. Se la società non riconosce il valore sociale del lavoro e il ruolo della donna nella famiglia, ha rimarcato il presule, “la discriminazione femminile non sarà mai superata”.

Garantire alle donne l’istruzione, combattere il lavoro forzato

Un altro aspetto fondamentale è poi quello dell’educazione: solo garantendo alle ragazze e alle donne pari accesso all’istruzione è possibile combattere le discriminazioni di cui sono oggetto. Esse sono poi le categorie sociali più esposte alla piaga del lavoro forzato, delle moderne forme di schiavitù e del traffico di esseri umani. La Santa Sede ribadisce la necessità di combattere questi deplorevoli fenomeni alla radice, partendo dal riconoscimento che “nessun essere umano può essere trattato come un oggetto o un mezzo per raggiungere un fine”.

Promuovere la pari dignità nel mondo del lavoro

Mons. Jurkovič ha poi ribadito la ferma condanna della Santa Sede delle molestie sessuali sul posto di lavoro, di cui sono vittime soprattutto le donne. Per ottenere il pieno rispetto e l’uguaglianza delle donne nel mondo del lavoro – ha concluso – non basta condannare le discriminazioni e le ingiustizie: occorrono campagne di sensibilizzazione “efficaci e intelligenti” per la promozione delle donne in tutti gli ambiti della loro vita, “cominciando dal riconoscimento universale della loro dignità” intrinseca in ogni essere umano.

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05 giugno 2018, 13:42