Card. Zenari: in Siria una catastrofe umanitaria senza precedenti
Michele Raviart – Città del Vaticano
Quando pensa alla Siria, spiega il card. Zenari nel suo intervento, due sono le immagini a cui pensa. Una è la Pietà di Michelangelo, sulla quale il porporato si sofferma ogni volta che entra in S. Pietro, in cui vede “la Siria che tiene in braccio i propri figli”, migliaia di morti e feriti e la parabola del buon samaritano: “la Siria è stata assalita dai ladroni e lasciata sul ciglio della strada.
Donne e bambini
Il racconto del nunzio apostolico in Siria di questi sette anni di guerra è il racconto delle donne e dei bambini, spiega, che più di tutti hanno pagato il conto per questo conflitto, nato con le proteste di piazze e arrivato ora con cinque eserciti “tra i più temibili del mondo” sul terreno. Ad Aleppo est, racconta il card. Zenari durante l’incontro organizzato dal Centro Astalli in occasione della giornata del rifugiato di domani, ci sono tra i duemila e i seimila bambini che vivono in strada senza nessuno, e succede che muoiano di fame e di freddo. Le donne, invece, devono mantenere anche nove figli, perché i mariti o sono morti in guerra o sono spariti.
12 milioni fuori dalle loro case
Un quarto dei rifugiati nel mondo poi sono siriani. In tutto 12 milioni di persone hanno lasciato il Paese o sono sfollati. Il loro sogno, aggiunge il card. Zenari è poter tornare a casa, “al loro focolare”.
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