Pubblicata l’Istruzione sulla forma di vita consacrata ’Ordo virginum'
Cecilia Seppia - Città del Vaticano
A quasi 50 anni dal ripristino dell’antico Ordo virginum, voluto dal Beato Paolo VI nel 1970, la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, hanno pubblicato l’Istruzione Ecclesia Sponsae Imago: un documento, frutto di un lavoro sinodale, che ha l’obiettivo di offrire ai vescovi, alle vergini consacrate, alle donne in formazione, delle linee di indirizzo e promozione.
L’incontro del 2020
Il testo parte da una profonda ricostruzione storica, che guarda ai simboli, ai riti, alle tradizioni, con il desiderio di ridare nuovo impulso, in uno scenario completamente mutato, a questa speciale forma di consacrazione, che consente alle donne di restare nel proprio ordinario contesto di vita, senza per forza dover indossare il velo, e che nei secoli ha sempre mantenuto una sorprendente forza di attrazione, rivelandosi una ricchezza per la Chiesa tutta. Ricchezza, auspica il card. Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata che nel 2020 potrà essere celebrata a Roma, insieme al Papa, in un grande incontro internazionale.
Le vergini nel mondo
Durante l’anno dedicato alla Vita Consacrata è tra l’altro cresciuto sensibilmente il numero delle vergini consacrate nei cinque continenti, fino ad arrivare ad oltre cinquemila e sono aumentate le richieste dei vescovi diocesani a cui è affidata la cura pastorale dell’Ordo virginum, affinché esso possa mantenere la propria identità, pur rispettando, anzi valorizzando la diversità dei contesti culturali in cui l’antico carisma si esprime e tenendo conto delle situazioni locali. Il segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, mons. José Rodríguez Carballo, nella presentazione dell’Istruzione individua tre punti su cui il testo si snoda.
Vocazione e testimonianza
Il primo riguarda la vocazione e la testimonianza dell’Ordo virginum e muove dal fondamento biblico e cristologico della verginità consacrata, presentandone il carisma, la fisionomia spirituale, la forma di vita assunta dalle donne che costituiscono l’Ordine. L’Istruzione sottolinea l’assoluta gratuità e il profilo mariano di questa vocazione, ricordando che attraverso la consacrazione verginale la donna è costituita “segno escatologico della Chiesa, sposa di Cristo”. Le vergini, sono chiamate in primis a seguire Cristo, abbracciando il suo stile di vita casto, povero, obbediente. Si dedicano alla preghiera, alla penitenza e alle opere di misericordia senza mai trascurare l’apostoloato e accogliendo il Vangelo come regola fondamentale per la loro vita, per “farsi prossimo” nei confronti delle donne e degli uomini del proprio tempo, soprattutto verso i poveri e bisognosi. Le vergini consacrate possono vivere da sole o in famiglia, insieme ad altre consacrate e in tutte le situazioni che consentono al meglio di esprimere la loro vocazione.
Il radicamento diocesano
La seconda parte del testo è dedicata alla configurazione ecclesiale dell’Ordo virginum nella Chiese particolari e nella Chiesa universale, e si concentra sulle concrete implicazioni del radicamento diocesano che deve creare un vincolo di amore, comunione e appartenenza reciproca: la consacrata deve sentirsi figlia di una Chiesa particolare, condividerne la storia di santità, contribuendo alla sua edificazione e alla sua missione e la Chiesa deve sostenerla in varie forme. In questa parte del testo si disciplina anche tutto ciò che riguarda la permanenza, i trasferimenti in altre diocesi, la eventuale costituzione di fondazioni per il sostegno economico dell’Ordo.
Discernimento e formazione
La terza parte del documento riguarda infine il discernimento vocazionale e la formazione in chiave spirituale e pedagogica. Viene messo l’accento sul ruolo del Vescovo diocesano, cui spetta discernere la vocazione delle aspiranti e delle candidate; provvedere affinché ciascuna possa ricevere un’accurata formazione iniziale; portare a compimento il discernimento relativo alla ammissione alla consacrazione; presiederne la celebrazione e successivamente accompagnare e sostenere il cammino di formazione permanente delle consacrate.
Una via di santificazione
“L’aver riproposto questa forma di vita nella Chiesa – scrive il segretario della Congregazione, mons. Carballo - sembra un anacronismo, ma è un atto di fiducia nell’azione dello Spirito, che sta conducendo molte donne ad accogliere e interpretare tale vocazione alla luce del cammino compiuto dalla Chiesa nei secoli e secondo le esigenze dell’attuale contesto storico: si tratta di una vera via di santificazione, affascinante ed esigente”.
Valorizzare le donne nella Chiesa
Una sfida affascinante che vuole anche valorizzare e comprendere al meglio la presenza delle donne nel popolo di Dio e all'interno della Chiesa. “Ecclesiae Sponsae Imago – ribadisce il prefetto della Congregazione, il card. João Braz de Aviz - vuole aiutare a scoprire la bellezza di questa vocazione, e contribuire a mostrare la bellezza del Signore che trasfigura la vita di tante donne che quotidianamente ne fanno esperienza”.
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