Santa Sede. Difendere pace e ambiente: le grandi sfide per l’umanità
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
La cultura della pace – ha osservato mons. Bernardito Auza– è il collante che unisce i pilastri fondamentali delle Nazioni Unite, che insieme sostengono la promozione della pace e della sicurezza, il rispetto dei diritti umani, lo sviluppo per tutti.
Parlando al Forum ad alto livello sulla cultura della pace, organizzato all’Onu, il presule ha lodato l’iniziativa in tempi - come li ha definiti Papa Francesco – di “guerra mondiale combattuta a pezzi, che si manifesta in molte forme, che includono conflitti armati tra gli Stati, terrorismo ed ideologie estremiste, violazioni dei diritti umani e abusi umanitari, così anche la devastazione dell’ambiente.” Da qui l’imperativo di “proteggere e assistere quanti si trovano in situazioni vulnerabili, come rifugiati e migranti in condizioni estremamente difficili.”
Prospettiva globale per mondo interdipendente
Di tutela del Creato, il rappresentante vaticano è tornato a parlare nel Gruppo di lavoro verso un patto globale per l’ambiente, dopo essere intervenuto nei giorni scorsi nella Conferenza intergovernativa sul diritto del mare nelle zone extraterritoriali, in corso nel Palazzo di Vetro.
Data “l’urgente sfida di proteggere la nostra casa comune, posta in rilievo nell’enciclica Laudato si’, l’arcivescovo Auza ha chiesto di affrontare “le possibili lacune nel diritto ambientale internazionale e negli strumenti relativi all’ambiente e, al tempo stesso, assicurare e rafforzare la loro attuazione.”
“Il nostro mondo interdipendente – ha spiegato il delegato della Santa Sede – ci ha resi più consapevoli che stili di vita e modelli di produzione e consumo in una parte del mondo hanno un impatto sull’ambiente, positivo o negativo, in altre parti del mondo. Questo fatto fondamentale – ha proseguito – dovrebbe motivarci a garantire che le soluzioni siano proposte da una prospettiva globale e non semplicemente a difendere gli interessi di alcuni Paesi.”
Processo trasparente, consultivo, inclusivo
Ha poi raccomandato, mons. Auza, di tenere conto nel perseguire un patto globale sull’ambiente del lavoro parallelo svolto per un accordo giuridicamente vincolante per l’uso sostenibile della biodiversità marina fuori dalle acque territoriali, in base alla Convenzione internazionale sul diritto del mare (Bbnj) e per regolamentare lo sfruttamento delle risorse minerarie negli oceani, coordinato dall’Autorità internazionale dei fondali marini (Isa). “Tutti – ha concluso il presule – devono contribuire per rispondere in modo efficace alle sfide ambientali che affrontiamo. E’ importante che questo processo sia trasparente, consultivo e inclusivo.”
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