Riunione in Vaticano su Siria e Iraq. Mons. Tejado: priorità al tema del ritorno volontario di profughi
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
50 organismi di carità cattolici, rappresentanti degli episcopati locali e delle istituzioni ecclesiali e congregazioni religiose, parteciperanno alla riunione sulla crisi umanitaria siriana e irachena, convocata a Roma il 13 e 14 settembre, presso l’Auditorium Giovanni Paolo II della Pontificia Università Urbaniana e promossa dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Ci saranno anche i nunzi di Siria, Iraq, Libano e Turchia in prima linea nel cercare di portare la solidarietà del Papa alle popolazioni lacerate dai conflitti.
Dialogare e cercare risposte
“È un esercito di persone e di risorse ed è buono che si trovino perché tutti siamo sotto la stessa bandiera: quella della Chiesa – afferma mons. Segundo Tejado Muñoz, sotto-segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale - (Ascolta l'intervista a mons. Tejado). È buono che si conoscano, che si vedano e che possano vedere insieme gli obiettivi che nasceranno da loro. Noi non abbiamo un’idea precotta di cosa deve essere tirato fuori dall’incontro come obiettivo; questo nascerà dal dialogo soprattutto con la Chiesa locale, poi tracceremo anche un bilancio, individueremo le priorità per il futuro e cercheremo di promuovere una sinergia fraterna e operativa”.
Il ritorno dei profughi
Una riflessione particolare sarà rivolta quest’anno alle prospettive realistiche di un ritorno volontario di sfollati interni e rifugiati nelle comunità di origine. “Questa – prosegue mons. Tejado, è davvero la novità di quest’anno e la questione ci sta molto a cuore. Gli altri anni ci siamo molto focalizzati sull’aiuto umanitario con le agenzie, Caritas e non - sono tante le agenzie che partecipano – perché in quel momento la necessità era dare da mangiare, assicurare un alloggio alle persone. Tutto era focalizzato su questo. Quest’anno in una delle sessioni – organizzata dalla sezione dei migranti e rifugiati del dicastero – parleremo del fatto che la guerra sta finendo – speriamo, perché questo non si sa mai – e del ritorno di coloro che si trovano in Giordania, in Libano, in Turchia. Si parla molto del ritorno nei luoghi da cui sono scappati. Quindi ci sarà tutta una sessione dedicata a questa problematica. Speriamo ci siano anche delle riflessioni interessanti per far capire alle agenzie – che devono aiutare questo processo, come muoversi, come implementare i propri progetti di ritorno e capire come stanno le cose anche a livello politico, internazionale, diplomatico. Sono tante le persone che vogliono tornare ma hanno bisogno di aiuto”.
Rapporto sull'intervento caritativo
Anima di questa riunione è il Rapporto dell’indagine sulla risposta delle istituzioni ecclesiali alla crisi umanitaria irachena e siriana 2017-2018, dal titolo “Lo avete fatto a me”, realizzato da Moira Monacelli, di Caritas Internationalis. "Sulla base dei dati – spiega la curatrice del rapporto - vogliamo dare risposte concrete, implementare l’azione caritativa, ma anche curare le ferite sia materiali che spirituali, con amore e accompagnamento spirituale. Quello che possiamo dire è che dal 2014 la Rete ecclesiale ha allocato più di un miliardo di dollari nei sette Paesi interessati dal conflitto e raggiunto ogni anno più di 4 milioni di beneficiari. Soltanto nel 2017/2018 sono i fondi ammontano a oltre 500 milioni di dollari. Questo testimonia un impegno costante e capillare da parte della Rete ecclesiale. Pensiamo soltanto che ci sono oltre 5.800 professionisti impegnati sul terreno e oltre 8.300 volontari che si aggiungono ai religiosi, alle religiose, ai sacerdoti che lavorano ogni giorno a fianco alle vittime di questa crisi. L’intervento della Rete ecclesiale è un intervento multisettoriale che si focalizza su alcuni settori principali: l’educazione, la sanità, il supporto psico-sociale e, in questi ultimi anni, con uno sguardo verso il futuro, verso una maggiore stabilità, la fornitura di mezzi di sussistenza per dare maggiore stabilità alle famiglie, nuove opportunità di lavoro e di formazione per i giovani”.
Venerdì l'udienza col Papa
Intanto cresce l’attesa per l’udienza, venerdì 14 alle ore 12 presso il Palazzo Apostolico con Papa Francesco, che non smette di lanciare moniti e appelli per l’amata Siria e le popolazioni colpite dalla guerra. “L’ultimo appello del Papa è di qualche giorno fa – ricorda mons. Tejado - Ha fatto di nuovo un monito su questa emergenza. Noi, come Curia, come Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, siamo molto attenti a tutti questi segnali, a tutta questa preoccupazione del Santo Padre, della Santa Sede per il Medio Oriente, una regione che non si capisce senza cristiani. Siamo preoccupati per la presenza cristiana in queste zone che però non si capisce lì dove il cristianesimo. Il Papa in questo ha una sensibilità molto particolare. Non solo seguiamo questo argomento, ma parliamo con lui e insieme a lui abbiamo anche portato avanti questo processo durante questi anni, perché da parte sua c’è sempre una sensibilità molto, molto forte”.
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