Mons. Arellano alla Fao: acqua per tutti, passare dalle parole alle azioni
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“L’accesso all’acqua rientra nei diritti inalienabili di ogni essere umano” e l’obiettivo principale degli sforzi della comunità internazionale “deve essere “il benessere di quelle persone - uomini, donne, bambini, famiglie, comunità - che vivono nelle zone più povere del mondo e soffrono di più la scarsità o l’uso improprio delle risorse idriche”. Lo ha sottolineato mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, l’Ifad e il Pam, chiudendo, nella German Room della sede Fao di Roma, il seminario di studio “L’Acqua: presente e futuro di un elemento indispensabile per la vita”, organizzato il 20 settembre dalla Missione permanente della Santa Sede presso la Fao.
Il diritto all’accesso all’acqua è inalienabile
“Non c’è tempo da perdere - ha ribadito mons. Arellano - È arrivata l’ora di passare dalle parole alle azioni”, perché i poveri stanno soffrendo “e non possono continuare ad attendere una risposta che sembra non arrivare mai”. La realizzazione del diritto all’accesso all’acqua, come hanno evidenziato anche alcuni oratori del seminario, è “una precondizione necessaria da realizzare per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) dell’Agenda 2030”.
No allo sfruttamento indiscriminato
E a tre anni dall’adozione di questi obiettivi, ha ribadito l’ Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, “è quindi giunto il momento di decidere se si preferisce il profitto a tutti i costi o garantire l’accesso ai beni primari; optare per lo sfruttamento indiscriminato o per la cooperazione e la gestione equa; continuare con la contaminazione e lo spreco delle acque o cominciare a considerare l’acqua come un bene prezioso e vitale da custodire e preservare per le future generazioni”.
Il messaggio del Papa per la giornata del Creato
Il Seminario ha voluto rispondere all’invito di Papa Francesco, contenuto nel Messaggio per la Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato, celebrata questo 1° settembre, a centrare la nostra attenzione sulla questione dell’acqua, a centrare la nostra attenzione sulla questione dell’acqua, “elemento tanto semplice e prezioso, a cui purtroppo poter accedere è per molti difficile se non impossibile”.
Il problema della privatizzazione dell’acqua
Nel Messaggio il Pontefice precisa che “urgono progetti condivisi e gesti concreti, tenendo conto che ogni privatizzazione del bene naturale dell’acqua che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere è inaccettabile”. Fondamentale per questo, ha ricordato mons. Arellano, è “il ruolo degli Stati nel facilitare l’accesso all’acqua e alla questione della partecipazione, cioè come le persone partecipano alla fornitura e alla distribuzione di questo bene”.
Il ruolo delle agenzie specializzate e dei privati
Ma è decisivo anche l’apporto delle agenzie internazionali specializzate, perché “la loro perizia e capacità nella gestione delle questioni idriche, nella cooperazione e nell’assistenza tecnica rappresentano un elemento imprescindibile e decisivo per evitare ulteriori crisi ed eventuali conflitti”. Gli attori privati e la società civile, infine, se coinvolti nell’adozione “di misure di sostenibilità efficaci relative all'acqua e ai servizi igienico-sanitari”, ha concluso l’osservatore della Santa Sede, “potrebbero fornire capacità di gestione più efficienti, nuove idee e maggiori investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo”. Sempre però “nel contesto delle leggi internazionali e nazionali, rispettando il principio che l'interesse pubblico per l'acqua è prioritario rispetto agli interessi economici e commerciali”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui