Via Pacis, 8mila runner a Roma per accoglienza e integrazione
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Hanno vinto davvero tutti, alla seconda edizione della “Via Pacis” la mezza maratona competitiva, e della “Run for peace”, la 5 chilometri non competitiva per le vie di Roma, da Via della Conciliazione e la Basilica di San Pietro toccando la Sinagoga, la Moschea e le Chiese ortodossa e valdese. Organizzata questa domenica dal Pontificio Consiglio della Cultura, e da Athletica Vaticana, la squadra di atletica dei dipendenti della Santa Sede, con Roma Capitale, in collaborazione con la Federazione italiana di atletica leggera (Fidal).
Con Athletica Vaticana anche Jallow e Ansou
Hanno vinto gli 8mila runner di 42 nazioni, di tutte le religioni e gli orientamenti culturali, che hanno preso parte alle due corse. Hanno vinto i 100 migranti ospiti della cooperativa “Auxilium” nel centro accoglienza di Castelnuovo di Porto, visitato da Papa Francesco nel Giovedì Santo 2016, che hanno partecipato alla 5 chilometri con molti atleti di Athletica Vaticana. Tra loro, con la maglietta gialla e bianca, anche Jallow Buba, 20 anni, migrante dal Gambia, e Ansou Cisse, 19 anni, dal Senegal, alla seconda gara tra le file della rappresentativa vaticana.
Thierry: così con dividiamo i valori dello sport
Thierry Roch, alabardiere della Guardia svizzera pontificia, sottolinea che è importante “poter accogliere due migranti che fanno parte della nostra squadra, per condividere i valori dello sport e dimostrare al mondo che anche se veniamo da continenti diversi, alla fine siamo tutti uomini, che vogliono la pace”.
Sul podio Sara e Michela
E hanno vinto anche Sara Carnicelli, figlia di un dipendente del Governatorato della Città del Vaticano, arrivata seconda nella 21 chilometri femminile, dietro una professionista ucraina, e la capitana di Athletica Vaticana Michela Ciprietti, dottoressa della Farmacia Vaticana, giunta terza al traguardo.
Card. Ravasi: lo sport ha anche radici religiose
"Il nostro tempo ha bisogno sempre più di ponti, e non di muri. Lo sport è un linguaggio universale, che unisce tutti, e possiede anche radici profondamente religiose. Lo sport, come l’arte e la cultura, ci aiuta a ritrovare la nostra comune umanità” dichiara il Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Evento preparato con le altre comunità religiose
Monsignor Melchor Sánchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura e presidente di Athletica Vaticana, spiega che “l’evento è stato preparato insieme a fratelli di altre comunità con la volontà di costruire insieme qualcosa”. E a proposito di integrazione e “gemellaggio” con i migranti di “Auxilium”, ricorda che “esistono già diverse esperienze positive attraverso lo sport come cambiamento sociale che cambia la vita: è il caso, ad esempio, di molti oratori parrocchiali nei quali la maggior parte dei ragazzi sono figli di immigrati e molti di loro non sono nemmeno cattolici”.
Mons. Sanchez: una corsa ispirata a Mandela
In particolare la “Via Pacis” 2018, fa presente monsignor Sánchez de Toca, “si ispira molto alla figura di Nelson Mandela, un grande leader che ha saputo fare dello sport uno strumento di coesione nazionale. Famosa la sua citazione ‘lo sport ha il potere di cambiare il mondo’, ed è vero”. L’appuntamento romano di domenica 23 settembre è stato inserito dalla “Nelson Mandela Foundation” tra gli eventi internazionali commemorativi del centenario della nascita del leader sudafricano, al quale è stata anche dedicata la medaglia dei finisher della “Via Pacis”.
I rappresentanti delle comunità religiose di Roma
Al via della manifestazione erano presenti, tra gli altri, monsignor Paolo Selvadagi, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il pastore metodista Tim Macquiban, padre Vladimir Laiba della Chiesa greco-ortodossa di San Teodoro, l’imam Salah Ramadan della Moschea di Roma, il presidente dell’Unione buddista italiana Giorgio Raspa. In tribuna c’erano anche l’ambasciatore del Sud Africa Shirish M. Soni e quello del Kuwait Sheikh Ali Khaled Al Sabah. Ha salutato i partecipanti la sindaca di Roma Virginia Raggi.
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