Ai Musei Vaticani il confronto sulla conservazione preventiva delle opere d’arte
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Una riflessione ad alto livello sulla gestione del turismo di massa, della conservazione del patrimonio di opere d’arte che i musei di tutto il mondo custodiscono come veri e propri scrigni di bellezza. Un confronto tra esperti, studiosi, direttori di musei che è andato in scena nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani. Una giornata di studio sul tema: “La conservazione preventiva nei grandi musei. Strategie a confronto”.
Jatta: preservare e condividere
I Musei Vaticani ospitano ogni anno più di sei milioni di visitatori e pertanto diventa sempre più urgente portare avanti una filosofia di conservazione preventiva delle opere. In tal senso – ha ricordato Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani – si è adottato un sistema a più corsie dove accanto alla tradizionale attività di restauro si registra la regolare manutenzione delle collezioni, degli allestimenti e degli impianti. Fondamentale resta preservare le opere d’arte, tenendole lontani da pericoli mediante interventi opportuni, ma anche condividere che significa collaborare e comunicare con gli altri, aprendosi al confronto e all’esterno.
Settis: la conservazione preventiva, “la buona salute” delle opere
“Non siamo padroni del nostro patrimonio culturale – ha sottolineato Salvatore Settis, illustre studioso e responsabile di autorevoli incarichi internazionali – ma i suoi custodi in nome e per conto delle generazioni future”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui