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Briefing Sinodo. Card. Marx: donne siano in posti chiave della Chiesa

Il coinvolgimento delle donne nella vita della Chiesa, la sessualità, così come l’impegno dei giovani nella costruzione di un mondo migliore: sono alcuni dei temi emersi durante il briefing in Sala Stampa Vaticana sul Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani

Barbara Castelli – Città del Vaticano

“Saremmo stolti se rinunciassimo al potenziale delle donne”, che devono essere coinvolte “oggi, non domani”, nei “processi decisionali” che riguardano la Chiesa. Così il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di München und Freising e presidente della Conferenza episcopale di Germania, intervenendo al briefing, in Sala Stampa Vaticana, sulla XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il porporato ha rimarcato che “senza cambiamento non si progredisce”, ed è fondamentale “capire l’evoluzione dei tempi, come già fatto da Giovanni XXIII”. Di qui l’invito a seguire l’esempio della Germania, dove tante donne sono coinvolte nell’organizzazione della pastorale, superando ogni “esitazione”, perché la “questione è impellente”. L’incontro, come di consueto, è stato introdotto da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione e presidente della Commissione sinodale per l’informazione, che ha annunciato che la lettera indirizzata ai giovani dovrebbe essere letta domenica e che questa mattina 44 Padri sinodali hanno discusso sia sui temi della missiva sia sul documento finale dell’assise.

Il tema della sessualità non sia strumentalizzato

Tra i tanti temi toccati nel corso dell’appuntamento con i giornalisti, anche la questione LGBT, sulla quale sono intervenuti sia il cardinale Reinhard Marx, sia mons. Andrew Nkea Fuanya, vescovo di Mamfe, in Camerun, sollecitati dalle domande. “La tematica della sessualità – ha detto il porporato – non deve essere strumentalizzata: ci sono lobby che cercano di influenzare”, ma la “Chiesa deve “trovare una via comprensibile” e “usare parole non fuorvianti”. Nello stesso solco il presule camerunense, che ha precisato che in Africa il tema non è ancora largamente dibattuto.

Tramandare le tradizioni senza diluirle

Il vescovo di Mamfe ha poi chiarito che al Sinodo non si sta cercando di risolvere “problemi locali”, perché ognuno ha il suo punto di vista e le sue difficoltà, ma si sta affrontando tutto in modo corale, come “Chiesa unita”. Noi, ha proseguito, portando esempi pratici, “non abbiamo il problema delle chiese vuote”: “i nostri giovani vengono sempre a messa” e partecipano alla “celebrazione, che dura almeno due ore”, ma poi una volta usciti “non hanno un lavoro, non hanno cure se sono malati” e finiscono per cercare “luoghi dove essere più felici”. “Le chiese – ha insistito il presule – sono piene perché da noi i valori tradizionali corrispondono ancora ai valori della Chiesa, tramandiamo le tradizioni senza diluirle. La Chiesa deve parlare in modo non ambiguo”.

Aiutare i giovani a conoscere Gesù

Anche in Polonia, ha riferito mons. Grzegorz Ryś, arcivescovo di Łódź e presidente del Consiglio della Conferenza episcopale per la nuova evangelizzazione, non ci sono chiese vuote, ma i giovani non sempre “conoscono davvero Gesù”. Il presule, che ha molto apprezzato il “metodo” e la “diversità” di questo Sinodo, ha chiarito che i ragazzi credono nei valori, il più delle volte importanti, ma non sempre fanno una vera “esperienza di fede”. “Per evangelizzare davvero i giovani – ha aggiunto – non bisogna giudicare, ma capire davvero quali sono i valori in cui credono, per condurli all’incontro con Gesù”. E per fare questo, ha detto il cardinale Reinhard Marx, la “Chiesa deve essere capace di cambiare”, “le dichiarazioni devono tradursi in vere azioni”, perché i giovani “si aspettano una Chiesa autentica”.

Giovani, corrieri della Buona Novella

“Bisogna difendere il paradosso di una Chiesa sempre giovane”: ha sottolineato mons. Toufic Bou Hadir, responsabile YOUCAT dell’Arabic Foundation (Chiesa Maronita) e coordinatore del “Bureau Patriarcal pour la pastorale des Jeunes” in Libano. “Essere nelle periferie”, infatti, “vuol dire seguire Gesù sempre e ovunque” e i giovani “sono corrieri della Buona Novella e pionieri del dialogo interreligioso”. Il presule ha rimarcato il desiderio dei giovani di essere protagonisti di un “mondo nuovo”, “agenti del dialogo”, e ha annunciato un incontro ecumenico internazionale dei giovani in Libano, tra il 22 e il 26 marzo 2019.

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24 ottobre 2018, 16:25