Sinodo, mons. Scicluna: i giovani riempiono l’anima di speranza
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Grazie alla presenza dei giovani, il Sinodo si riempie di grande entusiasmo. Mons. Charles Jude Scicluna, arcivescovo di Malta, spiega che la loro presenza “ha veramente ringiovanito l’esperienza sinodale”. Negli ultimi giorni - ricorda il presule - “abbiamo discusso la seconda parte dell’Istrumentum Laboris incentrata, in modo particolare, sull’accompagnamento”. “E dobbiamo dire che anche nei Circoli Minori, in questi gruppi linguistici, la presenza di giovani è una presenza proprio preziosissima”: “vengono da aree differenti del mondo, rappresentano la gioventù che è impegnata nelle parrocchie e nella vita della Chiesa, portano l’esperienza dei loro coetanei”. Ed è una esperienza veramente bella - sottolinea l’arcivescovo di Malta - “che riempie l’anima di speranza”. (Ascolta l'intervista con mons. Scicluna)
Accoglienza, solidarietà, accompagnamento
Al Sinodo partecipano giovani che provengono da vari contesti. Anche da Paesi dell’Africa da cui molti loro coetanei emigrano per cercare un futuro migliore in Europa. “La Parola del Vangelo - spiega mons. Scicluna - è una parola di accoglienza, solidarietà, accompagnamento. Ma noi siamo parte di una cosa più grande di noi. L’accoglienza non solo è un parola che deve essere vissuta dalla Chiesa, ma dalle nostre società”. “La parola solidarietà - aggiunge l’arcivescovo di Malta - non è solo per questi nostri fratelli e sorelle, ma è anche da diffondere tra i Paesi europei: è una parola che non deve essere solo su carta”. “Abbiamo bisogno urgente di una solidarietà - sottolinea - tra tutte le nazioni europee, tra tutte le diverse società, perché non possiamo condannare fratelli nel Mediterraneo a morire perché noi guardiamo solo e non facciamo niente”.
Ai giovani lontani dalla Chiesa
Ai giovani lontani dalla Chiesa mons. Scicluna lancia infine un invito: quello ”ad incontrare Gesù perché Gesù è quello che attrae”. “Lui è il Buon Pastore, il pastore che attrae perché ama, perché dà la vita”. “L’incontro con Gesù - conclude - fa venire la sete di incontrare la sua famiglia. Noi siamo un gruppo di peccatori, ma toccati dalla sua misericordia, dal volto della tenerezza di Dio che è proprio Gesù fatto uomo”.
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