Sinodo. Card. Piacenza: i giovani cercano anche nel silenzio il senso della vita
Barbara Castelli – Città del Vaticano
“Tra i giovani c’è la ricerca non del rumore, ma del silenzio”, per “trovare sé stessi in Dio”. Lo ha sottolineato il cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore, riflettendo sui lavori della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il porporato, colpito “dalla serietà nell’impegno” che stanno manifestando i ragazzi ai lavori dell’assise, ha rimarcato che il mondo giovanile è caratterizzato anche da una cospicua frequentazione dei “luoghi dello spirito”, con “pellegrinaggi”, “marce”.
I luoghi dello spirito e la ricerca di Dio
“Tante volte”, pensando al “mondo giovanile”, inevitabilmente lo si associa al “rumore, al baccano”. Certamente “ci sono i momenti di festa, che bisogna vivere anche con questa allegria”, ha detto il cardinale Mauro Piacenza, “ma c’è anche un’allegria del profondo, che è quella della ricerca del silenzio per trovare sé stessi in Dio e per trovare il senso della propria vita, il senso delle cose, il senso della storia, riscoprendo anche gli affetti e le persone che ci sono attorno”. Nei “luoghi dello spirito”, ha proseguito, “c’è una grande risorsa, perché in quei luoghi si diventa più uomini, si diventa più sensibili alle esigenze degli altri. In questi luoghi ci si spoglia, si diventa più poveri nel senso spirituale del termine: il povero in spirito”. E’ proprio in queste oasi del silenzio che si “lascia perdere tutto quello che è superfluo”, per mettere a fuoco “l’essenziale”. Insomma si mette in essere “la riduzione all’unità, cioè dalla molteplicità all’unità, al nucleo essenziale”.
I giovani e il loro rapporto personale con Gesù
Nel corso dell’intervista, il penitenziere maggiore ha anche parlato della pastorale giovanile, un ambito che ha sempre avuto un’attenzione privilegiata per la Chiesa, “a volte più efficacemente, a volte meno”. L’auspicio è stato “una nuova immissione di ardore da parte dei giovani nella pastorale ordinaria della Chiesa”. “Il giovane – ha concluso – potrebbe aiutarci tutti ad avere un ringiovanimento nel rapporto personale con Gesù, non semplicemente il manifestarsi di qualcosa ricevuto in eredità, ma un vero e proprio personale rapporto con il Figlio di Dio”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui