Card. Filoni a Chiesa dell'Angola: fate risuonare la gioia del Vangelo
Nel pomeriggio di ieri, domenica 11 novembre, nella parrocchia Nossa Senhora de Fátima a Luanda, il card. Fernando Filoni prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, si è rivolto a sacerdoti e religiosi delle tre diocesi angolane, ricordando che si trovano “all’avanguardia dell’azione evangelizzatrice delle diocesi, delle parrocchie e delle comunità religiose”, oltre ad esprimere ammirazione per l’impegno missionario e riconoscimento per la loro testimonianza nell’opera di evangelizzazione. “Appena terminato, nello scorso Mese missionario di ottobre, il Sinodo dedicato ai giovani, e muovendoci verso il Mese missionario straordinario dell'ottobre 2019 – ha detto il cardinale - vengo in occasione del 50° anniversario della creazione della Conferenza episcopale dell'Angola e di Sao Tomé e nel 50° anniversario del Concilio Vaticano II, per invitarvi a diventare, con grande entusiasmo, autentici e zelanti ‘discepoli missionari’, sempre più innamorati di Gesù e della sua missione evangelizzatrice”.
Rinnovare il proprio incontro personale con Cristo
Il card. Filoni ha quindi esortato a entrare “in un processo di rinnovamento dell’ascolto personale nella sequela di Cristo, partendo dal Vangelo”, seguendo Papa Francesco che fin dall’inizio del Pontificato invita tutti a rinnovare il proprio incontro personale con Cristo. Impegnarsi in questo processo significa rendersi conto che “sacerdoti, religiosi e religiose, sono, soprattutto, uomini e donne di Dio, e quindi uomini e donne di preghiera, uomini e donne che cercano di rispondere sempre più coerentemente e autenticamente alla loro vocazione per la vita sacerdotale e religiosa e alla loro missione al servizio del Popolo di Dio”.
Invito a rinnovare l’impegno a vivere nel celibato e nella castità
Il Prefetto del Dicastero Missionario ha quindi messo in guardia, facendo eco al Santo Padre, da una certa mondanità che colpisce la Chiesa di ogni continente, “questa mondanità non è altro che mediocrità. Dobbiamo superare questa mediocrità”. Il cardinale si è quindi soffermato sulla mediocrità nel campo della castità e della vita pastorale e religiosa, invitando i sacerdoti, i religiosi e le religiose “a rinnovare l’impegno a vivere nel celibato e nella castità”, aiutati dalla preghiera umile e fiduciosa. “Rinunciando al secolarismo e alla mediocrità, attraverso il nostro incontro con Cristo possiamo, di conseguenza, rinnovare la Chiesa e tutte le dinamiche pastorali e missionarie”.
Chiamati a dedicarsi interamente alle loro comunità
Ha quindi ricordato ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, la loro responsabilità come ordinati e consacrati, di essere leader delle comunità, “chiamati a servirle e dedicarsi interamente a loro, chiamati ad amarle con tutto il cuore, proprio come Cristo ama la sua Chiesa”. (S.L. - Agenzia Fides)
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