Presepe di sabbia in San Pietro, i primi colpi di pala e scalpello
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Imbragati come tre scalatori, e armati di pala e piccone, i tre scultori del team “Sultans of sand”, coordinati dallo statunitense Richard Varano, che ha fatto della sua passione d’infanzia per i castelli di sabbia una professione, salgono sulla piramide di sabbia che da sabato svetta al centro di piazza San Pietro e ne liberano la vetta dai “casseri”in legno nei quali la sabbia è stata compattata. Inizia così l’opera degli scultori che fino al 6 dicembre realizzeranno una “Sand Nativity”, un presepe monumentale in sabbia di 16 metri di larghezza per 5 di altezza e 6 di profondità.
Oggi arriva in piazza anche l’albero di Natale
E’ il dono a Papa Francesco del Comune di Jesolo, che dal 2002 realizza il suo presepe di sabbia, e del Patriarcato di Venezia, per il Natale 2018, e domani sarà affiancato dall’albero, un abete rosso alto circa 21 metri, proveniente dalla Foresta del Cansiglio e donato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla diocesi di Concordia-Pordenone.
La prima “Sand Nativity” a Jesolo nel 2002
“Sedici anni fa siamo partiti con un piccolo presepe – racconta emozionato Massimo Ambrosin, responsabile del progetto “Sand Nativity” per il Comune di Jesolo – che nel corso degli anni è cresciuto, e lo scorso anno ha attirato più di centomila persone nell’arco dei due mesi di apertura”. Ora la realizzazione del sogno di arrivare nella culla della cristianità: “Cercheremo di fare qualcosa di originale per non deludere le aspettative”.
Sabbia da scolpire, il segreto è la compattazione
Ma come fa la sabbia a diventare come marmo da scolpire? Lo chiediamo curiosi ad Ambrosin. “Sembra impossibile che con la sabbia si possano fare sculture quasi ‘marmoree’. Non ci sono additivi, non aggiungiamo nulla: è solo sabbia, che dev’essere particolarmente adatta per queste sculture, come quella dolomitica, che c’è in spiaggia a Jesolo, e acqua. Il segreto sta nella compattazione meccanica: sabbia e acqua vengono fortemente compattate all’interno di cassoni in legno con compattatori meccanici. Una volta tolto il legno si ottiene un blocco solido e compatto pronto per essere scolpito”.
Si inizia con l’Angelo, si finisce con i Re Magi
Il russo Ilya Filimontstev inizia con l’Angelo e poi proseguirà con la natività. Dopo di lui, a scendere, lavoreranno l’olandese Susanne Ruseler, che realizzerà i pastori, e poi Radovan Zivny, della Repubblica Ceca, sempre del team “Sultans of sand”, che modellerà i Re Magi, figure che saranno alte poco più di due metri. “E’ un’opportunità unica lavorare qui in piazza San Pietro, a due passi dalle opere di Michelangelo, Raffaello e Bernini – ci dice Radovan - in un clima di grande spiritualità”.
La sabbia, materiale difficile ma “flessibile e veloce”
Scolpire la sabbia può essere difficile, chiarisce l’artista ceco, “ma d’altro canto la sabbia è molto flessibile, e se facciamo un errore, possiamo riparare. Poi la sabbia è un materiale molto veloce, al contrario della pietra. Possiamo fare un’opera di 16 metri in due settimane, con la pietra sarebbe impossibile”.
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