Card. Turkson: senza pace non c’è nessuno sviluppo
Michele Raviart – Città del Vaticano
“Il desiderio di Papa Francesco è che il 2019 sia un anno di pace”, perché “senza pace non c’è nessuno sviluppo”, non solo economico, ma anche “dell’educazione e di ogni aspetto della persona umana”. Così il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, è intervenuto in Sala Stampa della Santa Sede in occasione della presentazione del messaggio di Papa Francesco per la 52° Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2019.
Non rubare ai giovani il futuro
“La buona politica è al servizio della pace”, è il tema della giornata e il cardinale Turkson ha sottolineato come compito essenziale “di questa arte che chiamiamo politica” sia “assicurare sempre il futuro ai giovani”. L’auspicio, spiega, è quello di incoraggiare i politici “a non rubare ai giovani la speranza di un futuro”.
La politica non è un interesse particolare
La politica, infatti, come viene ricordato nel messaggio, a volte “è pensata come un affare per un gruppo particolare, ma la politica non è questo, la politica è l’attività di tutti i membri della società”, ribadisce il porporato. Il rischio è la sfiducia, “che arriva quando la popolazione non crede più nelle capacità e nella disponibilità dei politici di assicurare il bene comune della popolazione, il benessere e la pace”.
La responsabilità di scelta dei cittadini
D’altra parte, tuttavia, sono i cittadini che affidano il bene comune della società a determinati politici. “Siamo noi a creare i politici”, spiega il card. Turkson. “Quindi se noi siamo delusi della politica e dei politici siamo noi i colpevoli perché siamo noi a crearli con il voto. Se noi lo facciamo con leggerezza riceviamo anche politici che fanno le cose con leggerezza. Noi valutiamo le persone per cui votiamo per le competenze, per la loro preparazione, la loro identità e i loro principi. Un’elezione fatta con grande responsabilità ci assicura anche una politica esercitata con grande responsabilità. In questo senso noi ciò che seminiamo è quello che noi mietiamo. Tutto dipende da noi. Dobbiamo saper scegliere ed eleggere buoni politici che possano assicurarci il nostro bene comune e il nostro futuro.
Accogliere i migranti è un dovere
Nel messaggio il Papa sottolinea che “non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza”. Sul tema è intervenuto anche il card. Turkson, sottolineando che “accogliere i migranti è un dovere, perché è una manifestazione della carità, e allo stesso tempo una possibilità perché ci vuole un discernimento, ciascuno secondo le proprie disponibilità”
Per una cooperazione che protegga le persone
“Il Papa parla sempre di due diritti: il diritto di migrare e il diritto di restare”, ha spiegato poi mons. Bruno Mariè Duffé, segretario per il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. L’obiettivo è quindi quello di “sviluppare la cooperazione con i rispettivi Paesi per proteggere le persone che sono costrette a migrare, specialmente in un contesto di guerra o di disastri ambientali.
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