Presto la Chiesa avrà un nuovo Beato martire del nazismo
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Ieri pomeriggio, 21 dicembre, Papa Francesco ha ricevuto il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, cardinale Angelo Becciu, autorizzando il Dicastero a promulgare i Decreti per un nuovo Beato, Richard Henkes, rinchiuso durante il nazismo nel campo di sterminio di Dachau, in Germania, di cui è stato riconosciuto il martirio “in odium fidei”. Riconosciute anche le virtù eroiche di 11 Servi di Dio.
Richard Henkes, dal pulpito al martirio
Era un sacerdote pallottino, Richard Henkes, ottimo insegnante, ma soprattutto predicatore senza paura. Con l’avvento del nazismo prese a criticare il regime durante le sue omelie, non risparmiando condanne verso lo sterminio, in particolare, delle persone con disabilità. Inviso al Terzo Reich, dunque, fu imprigionato e deportato a Dachau, dove trovò la morte il 22 febbraio 1945 per tifo, dopo aver trascorso molto tempo a soccorrere i malati nel famigerato blocco 17 del campo di concentramento.
Jan Pietraszko, il vescovo scout amico di Giovanni Paolo II
Da sacerdote prima e da vescovo poi, Jan Pietraszko rimase sempre accanto alla gente che gli era stata affidata. Un pastore, un predicatore, un grande animatore dei giovani che trascorse molti degli anni durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale nel movimento scout locale. Anche dopo l’instaurarsi in Polonia del regime comunista il suo impegno non venne da meno e durante il ministero nella diocesi di Cracovia ebbe la possibilità di conoscere Karol Wojtyla con cui parteciperà a Roma al Concilio Vaticano II. E proprio Giovanni Paolo II, dopo la sua morte avvenuta nel 1988, lo ricordò con queste parole: “Dio gli ha donato una speciale saggezza, un dono di una speciale comprensione della Parola di Dio e un dono di semplicità e profondità nella sua trasmissione. Unito a Dio, era aperto al mondo, all'uomo, ai bisogni della sua anima”.
Nobile di famiglia e d’animo, il laico Carlo Tancredi Falletti Di Barolo
Dell’omonima famiglia di marchesi di Torino, il servo di Dio fu sindaco della città tra il 1826 e il 1827. Nel 1834 assieme alla moglie fondò la Congregazione delle Suore di Sant’Anna e con loro l’anno successivo, durante l’epidemia di colera che investì Torino, si occupò dell’assistenza ai malati contagiandosi egli stesso. Una volta morto fu seppellito nel cimitero monumentale della città che aveva contribuito a costruire.
Riconosciute anche le virtù eroiche di 6 sacerdoti
Tra i Servi di Dio di cui sono state riconosciute le virtù eroiche, anche il diocesano Giuseppe Codicé, originario del Bolognese e fondatore della Pia Unione delle Suore della Visitazione della Vergine Immacolata; il siro-malabrese Agostino Giovanni Ukken, di origini indiane, fondatore della Congregazione delle Suore della Carità; lo spagnolo Doroteo Hernández Vera, fondatore dell’istituto secolare Cruzada Evangelica. Ci sono poi anche Melchiorre Fordon, di origini bielorusse e Girolamo Maria Biasi, entrambi appartenenti all’Ordine dei Frati minori conventuali; infine il messicano Michele Zavala López, dell’Ordine di Sant’Agostino.
Anche tre suore italiane tra i Servi di Dio
Era americana sono di nascita, ma in realtà figlia di emigrati campani, Antonietta Giugliano, fondatrice della Congregazione delle Povere Ancelle di Cristo Re. Riconosciute, infine, anche le virtù eroiche di Leonarda di Gesù Crocifisso, di origini piemontesi, monaca professa della Congregazione delle Suore della Passione di Gesù Cristo, e di Ambrogina di San Carlo, originaria del basso Lazio, suora professa della Congregazione del Patrocinio di San Giuseppe.
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