Card. Parolin: Taranto diventi un laboratorio di ecologia integrale
Marco Guerra – Città del Vaticano
"La sicurezza degli uomini che lavorano, la loro salute e quella di coloro che vivono attorno a questo colosso dell'ingegno e dell'industria umana, è una priorità che non può passare in secondo piano rispetto alle pur legittime esigenze economiche". Così il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nel discorso pronunciato questa mattina nello stabilimento siderurgico Arcelor-Mittal di Taranto, in occasione del 50esimo anniversario della visita di Papa Paolo VI, oggi Santo, che celebrò la messa della notte di Natale del 1968 fra gli altoforni dello stabilimento siderurgico delI’Italsider.
Il reintegro dei lavoratori
Parlando davanti a molti lavoratori e all'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, il cardinale Parolin saluta quindi con “soddisfazione la volontà di riservare a moltissimi degli operai già in organico il proprio posto di lavoro” ed auspica “vivamente il reimpiego di coloro i quali, ad oggi, non rientrano nei piani aziendali".
La questione ambientale
Il Segretario di Stato esorta poi ad “adoperarsi perché i più avanzati frutti del progresso scientifico e tecnologico vengano applicati” a questa grande fabbrica “per assicurare la salvaguardia della salute di tutti, mediante una più spiccata attenzione alle conseguenze ambientali dell'attività economica”. Sempre in merito alla questione della sostenibilità ambientale, il porporato ricorda che “in questi anni il territorio ha pagato in effetti uno scotto di non poco conto”. Il cardinale infine auspica che “Taranto diventi un laboratorio di quella ecologia integrale che intende guardare al mondo nel modo più adeguato, dove la dimensione della sostenibilità economica dell’intrapresa non soverchi quella sociale e non vada a detrimento di quella ambientale”.
La Messa in Cattedrale a Taranto
Dopo la visita all’acciaieria ArcelorMittal, il cardinale Parolin, insieme all’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, raggiunge la concattedrale Gran Madre di Dio dove alle 11.30 celebra la Santa Messa con i vescovi pugliesi, i sacerdoti, le autorità e il popolo dell'arcidiocesi. Nell’omelia, il Segretario di Stato evidenzia che nel periodo dell’Avvento si fa “più pressante l’invito della Chiesa ad andare incontro al Signore, vigilanti nella preghiera, esultanti nella lode, operosi nella carità”. “Sono i tre atteggiamenti - spiega il cardinale Parolin - con i quali dobbiamo metterci in cammino per incontrare Gesù", perché “la fede cristiana non è una teoria o una filosofia, è l’incontro con Gesù”.
La Visitazione, alla scuola di Maria
Il porporato attinge quindi al Vangelo di oggi per ricordare che “la Visitazione è figura dell’evangelizzazione che passa per gli umili, per i piccoli” e che Maria “ci insegna a muovere i primi passi per annunciare e scoprire le tracce del Regno in mezzo agli uomini e alle donne”.
Maria e Paolo VI
Il cardinale Parolin paragona poi la “santa audacia” di Maria a quella di Papa Paolo VI che “rinunciò alle luci e agli incensi della solenne liturgia della Basilica di San Pietro per venire come 'Padre, Pastore, Maestro, Fratello, Amico!' al bagliore della colata incandescente dell’acciaio e parlare con il cuore a quegli operai che, in quel preciso momento storico, rappresentavano un mondo percepito come lontano dalla Chiesa”.
I viaggi di Paolo VI
“San Paolo VI comprese che era arrivato il momento di uscire, di andare fisicamente incontro al fratello lontano”, prosegue il porporato, “i suoi viaggi avranno sempre un valore simbolico e quello qui a Taranto, uno fra i primi, sull’esempio della fanciulla di Nazaret, ci ricorda che non vi è luogo o situazione in cui il Vangelo non possa e non debba essere annunziato”.
La Chiesa vicina ai lavoratori
Così, a distanza di cinquant’anni da quella storica visita, il cardinale Parolin rinnova il desiderio della Chiesa di far sue le paure e le preoccupazioni dei lavoratori: “La Chiesa, attraverso i suoi Pastori, non smette di ripetere che l’uomo e la donna non devono essere in funzione del prodotto, dell’economia, ma la produzione e l’economia siano in funzione dell’uomo e della donna, dove guadagno e carriera non siano gli idoli, i tiranni cui sacrificare la propria dignità”.
Conciliare lavoro e salute
Nel corso dell’omelia, il cardinale torna anche sulla questione ambientale, affermando che “è urgente porre fine alla devastazione ambientale per la quale la città di Taranto ha già pagato un caro prezzo”. “Lavoro, ambiente, salute, non possono entrare in conflitto, non possono essere incompatibili – aggiunge - sta allo stesso progresso scientifico e tecnologico e alla prudente azione di chi detiene l’onore e l’onere dei pubblici poteri il compito di trovare strade di conciliazione”. Il Segretario di Stato conclude la sua omelia invitando tutti, specie chi ha ruoli di responsabilità, a fare “il possibile e, finanche, l’impossibile per dare a Taranto il presente ed il futuro che merita”.
Visita a Taranto, la giornata di sabato
Il Segretario di Stato Vaticano è arrivato nel pomeriggio di ieri a Taranto e si è subito recato a piazza Suor Maria Mazzarello, luogo in cui sorgerà il monumento a Paolo VI, dove ha presieduto un breve momento di preghiera e benedetto l’area. Successivamente il porporato e l'arcivescovo Santoro hanno raggiunto la parrocchia di San Massimiliano Kolbe dove si è tenuto l'incontro con i cittadini del quartiere Paolo VI e la Liturgia della Parola.
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