Sant’Antonio abate. Card. Comastri: vita contadina la più vicina a Dio
Marco Guerra – Città del Vaticano
Nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di Sant’Antonio abate, protettore degli animali e padre del monachesimo, si è tenuta la ormai tradizionale “Giornata dell’Allevatore”, organizzata in Piazza Pio XII da Coldiretti e dall’Associazione italiana allevatori (Aia).
La fattoria sotto il cielo
L’evento ha preso il via alle 9,30 con l’allestimento della “Fattoria sotto il cielo” in cui erano esposte le eccellenze della zootecnia italiana sullo splendido sfondo del colonnato del Bernini. Mucche, cavalli, maiali, pecore, galline, oche, asini e altre specie di animali da allevamento delle razze più rare, salvate dal rischio estinzione grazie al duro lavoro degli allevatori provenienti da tutta l’Italia.
Coldiretti ringrazia Papa Francesco
Parlando a VaticanNews il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha voluto ringraziare Papa Francesco per la sua attenzione alla tutela della biodiversità e del creato: “Siamo grati per quello che ha detto Papa Francesco nella “Laudato Si’”, ma anche nel discorso di apertura di Expo, dove ha sottolineato che il suolo agricolo è un patrimonio per le future generazioni. Questo è assolutamente vero: chi può preservare il suolo agricolo è l’imprenditore agricolo, è l’agricoltore, che lavora per lasciare ciò che è frutto dei suoi sacrifici ai propri figli e nipoti”.
Difendere l’agrolimentare
“Sotto questo punto di vista – ha aggiunto Prandini -, perché si renda possibile questo tipo di percorso, serve anche però dare un giusto riconoscimento economico al lavoro che le imprese svolgono sul territorio. Purtroppo in questi anni a causa della globalizzazione, e soprattutto delle speculazioni che sono state fatte nel comparto agro-alimentare, questo non si è verificato, e da qui anche la perdita di tanti animali che venivano allevati all’interno della nostre aziende”.
La Messa in San Pietro
Alle ore 11 si è svolta la Messa per gli allevatori presso l’Altare della cattedra della Basilica di San Pietro, officiata dal cardinale Angelo Comastri, Vicario del Papa per la Città del Vaticano. “Permettetemi un fraterno saluto a tutti i consiglieri ecclesiastici – ha detto rivolgendosi agli allevatori prima della Messa il cardinale Comastri – che vengono da tutta Italia e che seguono passo passo la vita della vostra Associazione, la vita di voi che siete forse la parte più bella e più pulita dell’Italia”. “Abbiamo messo qui accanto all’altare una statuina di Sant’Antonio Abate della metà del 1500 – ha aggiunto -, e da allora passa ogni anno di casa in casa; e nelle famiglie si radunano e pregano. Questo è un segno che la vita contadina, la vita a contatto con la fatica di ogni giorno, è la vita più sana, ed è più vicina a Dio. E quando le persone, le famiglie, sono vicine a Dio, non devono temere nulla”.
Chi si aggrappa Dio non invecchia
Durante l’omelia il porporato ha poi ricordato Sant’Antonio Abate è vissuto 1700 anni fa in Egitto. “I suoi contemporanei potenti, pensate a Diocleziano, che sembrava il padrone del mondo, sono dimenticati – ha spiegato il cardinale -, invece Sant’Antonio è ricordato e benedetto, perché chi si aggrappa a Dio attraversa il tempo e non invecchia”.
Il vicario del Papa per la Città del Vaticano ha infine evidenziato che Sant’Antonio “ha capito che Dio è l’unica vera ricchezza della vita, e ha capito che Dio ci è venuto incontro in Gesù”, che con la sua mano tesa “ci tira fuori dalla cattiveria”.
Dopo la Messa nella Basilica il cardinale Comastri e i rappresentati degli allevatori e dei coltivatori si sono recati in Piazza Pio XII, per concludere, come da tradizione, con la benedizione degli animali.
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