Incontro protezione minori: il silenzio non è accettabile
Barbara Castelli – Città del Vaticano
“La negazione è un meccanismo primitivo, ma dobbiamo allontanarci dal codice del silenzio, spezzare la complicità, perché l’omertà non è accettabile”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, mons. Charles J. Scicluna, arcivescovo di Malta, segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede e membro del Comitato organizzativo, ha messo a fuoco le intenzioni dell’Incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”, in Vaticano tra il 21 e il 24 febbraio prossimi. Nel corso della conferenza di presentazione in Sala Stampa Vaticana, il presule ha chiarito che l’appuntamento, tassello di un cammino intrapreso da tempo, vuole creare i giusti presupposti perché poi ci sia un concreto “follow up”: i vescovi torneranno nelle proprie diocesi per continuare il lavoro, stilare “procedure”, consapevoli delle proprie responsabilità. Quando si tratta di “protezione dell’innocenza”, ha insistito, “non bisogna mollare”: occorre trovare soluzioni sempre più adeguate al problema, perché “la Chiesa sia un luogo sicuro per tutti, soprattutto i bambini”. Mons. Charles J. Scicluna ha parlato anche delle “aspettative” che ricadono su questo incontro, precisando che si può partire dalle “aspettative ragionevoli”: in “tre giorni”, infatti, non potranno essere risolte tutte le questioni, fondamentale sarà poi la declinazione nelle singole realtà delle decisioni assunte.
Una nuova alba sulla trasparenza
Alle domande dei tanti giornalisti presenti ha risposto anche il cardinale Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago e membro del Comitato organizzativo, che ha parlato di una “nuova alba per quello che riguarda la trasparenza”. Il porporato ha chiarito che i vescovi presenti, perlopiù presidenti di Conferenze episcopali, devono comprendere chiaramente quali sono le loro responsabilità in questo orizzonte, e che un “programma di salvaguardia” puntuale potrà evitare che si ripeta quanto accaduto in passato. Il cardinale Blase J. Cupich ha precisato che molti di quanti prenderanno parte all’apputamento in Vaticano hanno avuto incontri con le vittime, come richiesto dallo stesso Papa Francesco, e che ciascuno “porta nel cuore le ferite” di chi ha subito abusi da parte di membri della Chiesa. Tra i temi affrontati dall’arcivescovo di Chicago, anche l’omosessualità che, ha precisato, non è “causa di abusi”; e gli adeguati metodi di screening da mettere in atto per quanti vogliono entrare in seminario, in modo che sia precluso l’ingresso a quanti sono “a rischio” “casi abusi su minori”.
Numeri e contesti
Riguardo all’eventuale pubblicazione di dati e statistiche sulle vittime degli abusi e sui comportamenti adottati da membri della Chiesa per fronteggiare il problema, mons. Charles J. Scicluna ha detto che è una scelta alla quale probabilmente si arriverà, ma che “non basta pubblicare i numeri, ci vuole uno studio approfondito per dare un contesto”. Sulla procedura per denunciare casi di abusi o la condotta di “vescovi negligenti”, ha ricordato la Lettera apostolica in forma di “Motu Proprio” di Papa Francesco “Come una madre amorevole”.
Una risposta globale
La dinamica dell’Incontro sulla protezione dei minori è stata presentata, invece, da padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI e moderatore. Le tre giornate di discussione saranno dedicate ciascuna a un tema specifico: la responsabilità dei vescovi; la cosiddetta “accountability”, vale a dire a chi i vescovi e i superiori maggiori degli Ordini religiosi devono rendere conto; e la trasparenza. I 190 presenti nell’aula nuova del Sinodo ascolteranno da giovedì a sabato tre relazioni al giorno, tenute anche da tre donne, a cui seguiranno domande e risposte e lavori di gruppo. Ci saranno poi le testimonianze dei sopravvissuti e momenti di preghiera, in apertura e in chiusura di giornata. Papa Francesco aprirà i lavori con un’introduzione e li chiuderà domenica con un discorso dopo la Messa. La celebrazione eucaristica avrà luogo nella Sala Regia alle ore 9:30 e l’omelia sarà pronunciata dall’arcivescovo Mark Coleridge, presidente della Conferenza episcopale australiana. L’altro momento liturgico si svolgerà sabato pomeriggio, con la liturgia penitenziale. Il Comitato organizzativo, ha detto padre Federico Lombardi, incontrerà anche, in forma privata, rappresentanti delle associazioni delle vittime.
Una mano tesa all’informazione
E’ stato attivato, inoltre, il sito ufficiale dell’evento – pbc2019.org – che rimarrà uno “strumento per sviluppare le iniziative future”. Padre Hans Zollner, presidente del Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e referente del Comitato organizzativo, ha illustrato il portale, che verrà regolarmente aggiornato, e il questionario proposto ai partecipanti. Suor Bernadette Reis, assistente del direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, ha, infine, annunciato che verrà distribuito un press kit, per sostenere l’impegno dei media.
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