Documento sulla Fratellanza, Gisotti: potente segno per futuro dell'umanità
"Un passo di grande importanza nel dialogo tra cristiani e musulmani e un potente segno di pace e di speranza per il futuro dell’umanità". Così il Direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, riguardo al Documento sulla “Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato oggi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar al termine dell'Incontro Interreligioso al Founder's Memorial di Abu Dhabi, cuore dell'intero viaggio del Pontefice.
"Il Documento - si legge nella dichiarazione di Gisotti - è un vibrante appello a rispondere con il bene al male, a rafforzare il dialogo interreligioso e a promuovere il rispetto reciproco per sbarrare la strada a quanti soffiano sul fuoco dello scontro di civiltà".
Documento coraggioso e profetico
Gisotti, che mette in evidenza come Francesco e Al-Tayyib abbiano "indicato insieme una via di pace e riconciliazione su cui possono camminare tutti gli uomini di buona volontà, non solo cristiani e musulmani", definisce il Documento: "coraggioso e profetico, perché affronta, chiamandoli per nome, i temi più urgenti del nostro tempo sui quali chi crede in Dio è esortato ad interrogare la propria coscienza e ad assumere con fiducia e decisione la propria responsabilità per dare vita ad un mondo più giusto e solidale".
No a strumentalizzazione del nome di Dio
"Con parole inequivocabili - prosegue il Direttore ad interim - il Papa e il Grande Imam avvertono che nessuno mai è autorizzato a strumentalizzare il nome di Dio per giustificare la guerra, il terrorismo ed ogni altra forma di violenza. E ribadiscono che la vita va sempre salvaguardata così come vanno pienamente riconosciuti i diritti delle donne, rifiutando ogni pratica discriminatoria nei loro confronti".
Promuovere la cultura non è utopia
A chiusura della dichiarazione, Gisotti sottolinea ancora che "di fronte ad una umanità ferita da tante divisioni e fanatismi ideologici, il Pontefice e il Grande Imam di Al-Azhar mostrano che promuovere la cultura dell’incontro non è un’utopia, ma la condizione necessaria per vivere in pace e lasciare alle future generazioni un mondo migliore di quello in cui viviamo".
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