Mons. Gallagher: diritti umani e dialogo interreligioso chiave per pace e sviluppo
Città del Vaticano - Lisa Zengarini
Un quadro giuridico internazionale dei diritti umani basato sulla dignità inerente a ogni persona umana è una “condizione indispensabile per promuovere una pace duratura e anche lo strumento più efficace per la promozione dello sviluppo umano integrale” che non può prescindere dalla libertà religiosa e di coscienza e dal dialogo interreligioso. Questo il concetto di fondo espresso il 25 febbraio dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher, in un intervento a Ginevra alla 40.ma Sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
I diritti umani fondamentali minacciati dai “nuovi diritti”
Nella sua relazione, l’arcivescovo ha ricordato come la protezione e promozione dei diritti umani sia uno dei pilastri delle Nazioni Unite e il fondamento etico dei rapporti internazionali oggi. “L’avanzamento della loro universalità e indivisibilità” è quindi un importante obiettivo dell’attività della Santa Sede nei consessi internazionali. Purtroppo - ha evidenziato mons. Gallagher – essi sono messi oggi in pericolo da “una sistematica e progressiva frammentazione della natura della persona umana che sta aprendo la strada a cosiddetti ‘nuovi diritti’” non di rado in conflitto tra loro, come denunciato da Papa Francesco. Questa “incapacità riconoscere la nostra natura comune che è il fondamento su cui si basano tutti i diritti – ha ammonito - si traduce in ultima istanza nella violazione dei diritti umani fondamentali e nell’inquietante declino dell'umanità”.
Preoccupa l’aumento delle violazioni della libertà religiosa
Ma a preoccupare la Santa Sede è anche il significativo aumento delle violazioni del diritto alla libertà di religione e fede. Questo diritto fondamentale – ha ricordato mons. Gallagher - non può essere limitato alla sola sfera privata, ma, come affermato dalla Dichiarazione conciliare “Dignitatis Humanae”, deve essere riconosciuto anche “quando i credenti agiscono in comunità”, con l’unico limite posto dalle esigenze di ordine pubblico. Esso implica quindi il diritto delle stesse comunità religiose di celebrare collettivamente il culto, di scegliersi i propri leader religiosi, di diffondere il loro messaggio attraverso tutti i media moderni e tradizionali. Ma comporta anche “la possibilità per i credenti di contribuire, secondo le loro opinioni religiose, al dibattito sociale, politico e culturale e all’ordine internazionale”
Libertà e dialogo interreligioso chiave per realizzare l’Agenda 2030
Il Segretario per i Rapporti con gli Stati ha quindi sottolineato come la libertà religiosa e di coscienza sia, insieme alla promozione del dialogo tra le religioni, una condizione fondamentale per la realizzazione degli obiettivi l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: “Se vogliamo riuscire e attuare gli impegni solenni presi quattro anni fa e passare dalla decisione all'azione, ‘dobbiamo andare oltre il linguaggio dell'economia e della statistica’ e considerare le dimensioni morali, spirituali e religiose che ‘non possono essere ignorate senza grave danno alla persona umana e al suo pieno sviluppo’”. Questo il senso – ha ricordato - dello storico documento congiunto firmato lo scorso 3 febbraio ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, secondo il quale “il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza, dell'accettazione dell'altro e della convivenza tra gli esseri umani contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi economici, sociali, politici e ambientali che assediano gran parte del genere umano."
L’impegno della Santa Sede la protezione dei minori
Un altro tema affrontato da mons. Gallagher nel suo intervento è stato, infine, quello della tutela dei diritti dei minori. A questo proposito il presule ha voluto ribadire l’impegno della Santa Sede “non solo a garantire la sicurezza e la protezione dell'integrità dei bambini e degli adulti vulnerabili, ma anche a creare un ambiente sicuro per loro nelle proprie istituzioni, per continuare la sua attività contro l'atroce piaga della violenza contro i bambini”.
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