Il Gps della disugualità: il racconto del mondo secondo Francesco
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“In questo scenario di crisi, la voce di Papa Francesco risuona quasi come una voce fuori dal coro, quella di un uomo che di fronte alla minaccia per la nostra società di divari troppo profondi nella distribuzione del reddito, ha deciso di non tacere. E di denunciare quella dittatura dell’economia, del dio denaro, della sanità di qualità solo per pochi, che oggi affligge questo mondo sempre più globalizzato”. Sono parole illuminanti quelle del cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, che ha scritto la prefazione del volume “Il Gps della disugualità – il mondo sotto lo sguardo di Francesco”, scritto da Gino De Vecchis, professore di Geografia all’Università “La Sapienza” di Roma, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, e presentato a Palazzo Pio.
De Vecchis: ispirato dalla Laudato si’
Nell’ambito della serata “Insieme”, nella quale si è discusso di integrazione, povertà e migranti, il libro del prof. De Vecchis ha offerto una lettura nuova della disuguaglianza secondo Papa Francesco. “L’idea del libro mi è venuta dopo la Laudato si’ – spiega il docente – continuando a seguire i documenti del Papa ho pensato ad un lavoro sistematico ma non fatto secondo criteri scientifici ma che fosse divulgativo”. Quale allora l’idea di disuguaglianza per Papa Bergoglio? “Il Pontefice coniuga tre aspetti – afferma De Vecchis – che non sempre sono stati visti insieme: l’ambiente, la povertà e il sociale. Le crisi sono dunque economiche ma anche sociali e culturali, la crisi dei cuori. Lui riesce ad unire tutte queste cose: è l’aspetto più innovativo che ho trovato”. Francesco lega, ad esempio, il grido del Creato con quello dei poveri ed è un modo nuovo ed efficace di guardare la questione nella quale, da sempre, i poveri sono stati esclusi. “E’ un aspetto sottovaluto – spiega l’autore – ma essenziale in questo tipo di globalizzazione che diventa globalizzazione dell’indifferenza e dello scarto”.
La biblista Calduch-Benages: guardare al passato per ripensare le migrazioni
Nel suo intervento la biblista della Pontificia Università Gregoriana Nuria Calduch-Benages, ha messo in relazione la questione dell’immigrazione con i patriarchi della Bibbia. “Il passato è fonte di insegnamento anche se dobbiamo tenere conto delle differenze e delle distanze di tempo, culture e spazio. Il fenomeno rimane lo stesso – afferma – il migrante è lo stesso personaggio che troviamo nella Bibbia e il migrante con gli stessi problemi e le stesse sfide di oggi”. ”Nell’Antico Testamento – aggiunge la biblista – l’ospite era sacro, oggi non è più così. Dare lo sguardo al passato ci fa riconoscere gli errori, ci offre il modo di trovare soluzioni. La Parola di Dio è sempre un tesoro che apre a soluzioni e risposte insolite”.
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