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Il cardinale Tukson Il cardinale Tukson  

Religioni a confronto per contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile

Presentata oggi in Sala stampa la conferenza internazionale che si aprirà giovedì in Vaticano e che vedrà gli esponenti di tutte le religioni riflettere sul contributo che le diverse confessioni possono offrire nella promozione dello sviluppo integrale della persona umana

Marco Guerra – Città del Vaticano

“Le religioni e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG): Ascoltare il grido della terra e dei poveri”, è il tema della conferenza internazionale promossa dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che si svolgerà in Vaticano, presso l’Aula nuova del Sinodo, dal 7 al 9 marzo 2019. 

Presentazione in sala stampa

L’evento è stato presentato oggi in Sala stampa della Santa Sede dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del dicastero per il Servizio dello  Sviluppo Umano Integrale; da mons. Bruno Marie Duffé, segretario del medesimo dicastero; da René Castro, direttore generale del dipartimento clima, biodiversità e sviluppo del territorio della Fao e da suor Sheila Kinsey Co-Segretario Esecutivo della Commissione Gpic Usg-Uisg.

Il contributo delle religioni al raggiungimento obiettivi Onu

I relatori hanno subito chiarito che non è un caso che l’iniziativa sia stata ideata in collaborazione dai due dicasteri. Il tema al centro dei lavori sarà infatti quanto le religioni possono partecipare al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile formulati dalle Nazioni Unite, contribuendo soprattutto allo sviluppo integrale dell’uomo.

L’economia non basta

La riflessione parte dal presupposto che le sole misure economiche non sono sufficienti ma serve una dimensione etica e spirituale al fine di stimolare l’impegno di ogni persona per la salvaguardia del creato e la lotta alla povertà.

Turkson: fondamentale la forza morale delle religioni

“La conferenza che vi presentiamo oggi non riguarda l'evoluzione degli obiettivi del millennio – ha spiegato il cardinale Turkson - La nostra conferenza riguarda l'urgenza dell'attuazione dei 17 obiettivi fissati da oltre 190 nazioni e la forza morale della religione alla base dell'attuazione degli obiettivi. Dobbiamo lavorare insieme, perché non si può tralasciare nessuna fonte di saggezza, così come nessuno può essere lasciato indietro!”.

Il ruolo chiave nel campo educativo

Il porporato ha poi evidenziato che “le religioni sono attori chiave anche in termini di sviluppo” e svolgono un ruolo cruciale nell'educazione. “Ancora oggi – ha aggiunto - secondo l'Unicef, forniamo o sosteniamo il 50% di tutte le scuole e nell'Africa subsahariana il 64% di tutte le scuole”.

E proprio delle valutazioni che hanno mosso gli organizzatori della conferenza e del ruolo della religioni ha parlato a VaticanNews il cardinale Peter Turkson:

Ascolta l'intervista al card. Turkson

R. – Innanzi tutto le religioni portano degli esempi, su come pur non avendo tanti mezzi, si possano intraprendere progetti per lo sviluppo e per il benessere dell’uomo. Ad esempio ovunque vada la Chiesa cattolica, ogni azione è caratterizzata da due cose: interventi a livello di educazione e formazione e a livello di salute. Quindi per la Chiesa cattolica il messaggio è sempre legato al bene dell’uomo, allo sviluppo, al suo benessere in terra. Ma aldilà di questo, siamo motivati, come Chiesa cattolica, dal fatto che Dio ci ha amati, ci ha inviati nel mondo come missionari di amore. Quindi ovunque andiamo siamo motivati da questa missione di amore che ci dà la forza di oltrepassare tutti gli ostacoli che incontriamo. La motivazione che noi chiamiamo moralità, etica, nasce dal fatto che la decisione di impegnarsi per lo sviluppo dell’altro non proviene dai mezzi economici, ma dal riconoscimento dell’altro, come creatura ad immagine di Dio quindi con la sua dignità, e dall'impegnarsi per la protezione di questa, perché è un fratello, un uomo come me.

Quindi uno sviluppo sostenibile inevitabilmente guarda allo sviluppo integrale dell’uomo …

R. - Sì, è così. L’Onu ha formulato questo aggettivo “sostenibile”; noi, come dicastero, parliamo di “sviluppo umano integrale”. Sostenibile e integrale, perché noi non ci occupiamo semplicemente dello sviluppo di oggi, ma di ciò che accadrà domani. Perciò diciamo che questa responsabilità è un po’ intergenerazionale guardando al futuro. Al centro di tutto, del presente e del futuro, c’è l’uomo. Quindi l’obiettivo sostenibile nella sua presentazione è legato alla dignità, senza lasciare fuori nessuno. È proprio a questo punto che gli obiettivi e la fede cattolica lavorano insieme. Gli Obiettivi mirano allo sviluppo della dignità di ogni persona, senza lasciare fuori nessuno. Questo è ciò che fa la Chiesa, riconoscendo che la creazione dell’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, è fonte della dignità.

L’impegno per il mantenimento del creato e l’impegno per lo sviluppo integrale della persona combaciano, perché la persona ha bisogno appunto di uno sviluppo integrale che guarda a tutta la sua dimensione …

R. – Guarda a tutta la sua dimensione spirituale, materiale e anche al legame con il creato, perché senza il creato non abbiamo il terreno per vivere la nostra vita! Quindi lo sviluppo integrale si riferisce alla persona nei suoi aspetti materiale, spirituale, trascendentale e anche ai mezzi intorno. Tutto questo facilita la sua vita terrena.

Mons. Duffé: le persone guardano alla dimensione religiosa

Anche mons. Duffé ha evidenziato il ruolo che possono svolgere le diverse confessioni religiose. “Per molto tempo si è pensato che lo sviluppo economico potesse andare avanti senza limiti – ha detto il presule – oggi dobbiamo riconoscere che molte persone guardano alle religioni per lo sviluppo sostenibile e la visione religiosa apre a nuovi scenari”.

Memoria e speranza al centro del dialogo

Secondo mons. Duffé i principi della memoria e della speranza sono al centro del dialogo interreligioso, perché ogni religione è cosciente della propria memoria che porta al rispetto della divinità e allo stesso tempo delle altre persone. “Credere in Dio significa sapere che Dio ci ha creato e ci ama – ha proseguito – e quindi questo amore dobbiamo trasmetterlo ad ogni persona”.

La Fao contro lo spreco alimentare

Anche il dirigente della Fao, René Castro è convinto che le religioni possono attingere alla loro tradizione per indicare soluzioni concrete in materia di lotta allo spreco alimentare, come quando nei secoli passati una parte del raccolto era offerta alla popolazione più povera. “Non c'è abbastanza cibo per tutti gli abitanti della Terra ma ne buttiamo un terzo – ha spiegato l’esponente dell’agenzia Onu – basterebbe recuperare questi sprechi per risolvere il problema degli oltre 800 milioni di persone che sono in uno stato di insufficienza alimentare”.

Gli insegnamenti concreti delle religioni

Infine suor Sheila ha sottolineato che è possibile connettere soluzioni concreate agli insegnamenti offerti dalle religioni. “Riunendo persone che condividono la nostra visione comune per il benessere di tutto il creato – ha affermato la religiosa -, possiamo sforzarci di trovare modi per promuovere responsabilmente una nuova realtà che attualizzi gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile”.

Conferenza intergenerazionale

Suor Sheila ha infine riferito che la conferenza sarà “intergenerazionale” con la presenza di molti gruppi di giovani e che l’iniziativa è stata progettata per costruire una road map sostenibile con chiari impegni e proposte per promuovere e sviluppare gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

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05 marzo 2019, 14:42