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Ruffini: Africa non sia penalizzata nei mercati monopolizzati da grandi produttori

Nel Messaggio all’Assemblea generale dell'Unione Africana di Radiodiffusione, che si inaugura stamani in Marocco, il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, si sofferma sulle sfide poste dai nuovi media in Africa, ricordando più in generale come questi influenzino anche le relazioni ed esortando quindi ad aprirsi al dialogo

Debora Donnini – Città del Vaticano

Giornata di inaugurazione oggi per la 12.ma Assemblea Generale dell’Unione Africana di Radiodiffusione, che si tiene fino a venerdì prossimo al Palazzo dei Congressi di Marrakech, in Marocco, per analizzare le prospettive e le sfide del broadcasting in Africa. “I nuovi media e la loro influenza sull’industria audiovisiva africana” è il tema su cui riflettono più di cento esperti. In un Messaggio in francese, inviato per l’occasione, il prefetto del Dicastero della Comunicazione, Paolo Ruffini, “a nome del Papa”, trasmette i suoi saluti che testimoniano “lo spirito di collaborazione che esiste fra i media della Santa Sede e l’Unione Africana di Radiodiffusione”, organizzazione che conta 53 membri attivi e, fra quelli associati, figura anche da molto tempo la Radio Vaticana. 

L’Africa non sia penalizzata dai grandi monopoli

Sono proprio le sfide poste dai nuovi media al centro del Messaggio di Ruffini. Oggi la produzione dei media converge verso una piattaforma unica, in cui scrittura, suono e immagine si trovano tutti sul web mentre la maggior parte dei mezzi tecnici, operativi solo un decennio fa, vanno marginalizzandosi. Nello stesso tempo la commercializzazione e lo scambio di programmi affronta una nuova sfida in cui, ad esempio, “è difficile garantire i diritti d’autore o tutelare i produttori a basso budget”. “Dobbiamo quindi ripensare l’intero sistema di produzione, di distribuzione”, sostiene Ruffini. “Questa è una grande sfida per i media”, prosegue sottolineando che “l'Africa, in ogni caso, non dovrebbe essere penalizzata nei mercati monopolizzati dai grandi produttori e i suoi media non dovrebbero servire da trampolino di lancio per le industrie più potenti che possono invadere il mercato africano”. Nel Messaggio si esprime quindi l’auspicio che scambi fruttuosi, nel dialogo, “permettano di trovare modi e mezzi per introdurre i nuovi media nell’industria audiovisiva africana”.

Attenzione al discredito, i nuovi media influenzano anche le relazioni

In questo quadro di mutamento, Ruffini si sofferma, poi, sull’importanza della dimensione umana. Come Papa Francesco ha messo in evidenza nel Messaggio per la 53.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, se Internet rappresenta “una possibilità straordinaria di accesso al sapere”, è anche vero che “si è rivelato come uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione” dei fatti e delle relazioni interpersonali, “che spesso assumono la forma del discredito”. I nuovi media, infatti, influenzano anche “il nostro modo” di essere in relazione con gli altri, nota ancora Ruffini, e questi sono aspetti che non si possono eludere. La comunicazione può quindi unire o dividere. Per questo è centrale “mettersi in ascolto” e aprirsi al dialogo, che svela la verità di cui i giornalisti sono “cercatori”. Non devono infatti accontentarsi di apparenze, stereotipi, capri espiatori, risposte facili. I due giorni prima dell’inizio dell’Assemblea sono stati dedicati alla riunione dei membri del Consiglio esecutivo e - ieri - al Forum sul tema del contributo dei "regolatori" nel processo di transizione dalla trasmissione analogica a quella digitale, in linea con le questioni affrontate dalla precedente Assemblea dell’Unione Africana di Radiodiffusione, tenutasi lo scorso anno a Kigali, in Ruanda.
 

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27 marzo 2019, 12:30