Biodiversità e estinzione delle specie. Dal Vaticano un messaggio di speranza
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Solo pochi giorni fa la Piattaforma intergovernativa scientifica e politica sulla biodiversità e gli ecosistemi l’IPBES - organismo indipendente comprendente 130 Stati membri - lanciava l'allarme sul pericoloso declino del nostro pianeta e su un tasso di estinzione delle specie - almeno 1 milione di esemplari - senza precedenti ma soprattutto talmente accelerato da non permettere alla natura di ricreare il ciclo vitale.
Da questo dato di fondo e dalla consapevolezza che molti dei danni alle specie e alla biodiversità sono conseguenza delle azioni umane, dei cambiamenti ambientali e climatici, è partita la due giorni di confronto in Vaticano tra i rappresentanti di tre istituzioni fondamentali per la salvaguardia del pianeta: i Musei di storia naturale - quali luoghi di studio e conservazione - i Giardini zoologici e quelli Botanici - quali oasi di riserva e moltiplicazione, oltre che di tutela, di specie animali e vegetali. La Conferenza ha avuto come titolo "Scienza e azione per la protezione delle specie. Le Arche di Noè del XXI secolo".
Vivere in modo sostenibile e responsabile
Al termine dei lavori parla a Vatican News, Gloria Svampa, zoologa e presidente dell'Unione italiana Giardini zoologici e Acquari, per rilanciare l'importanza dell'iniziativa che ha avuto come obiettivo quello di far emergere "la necessità di educare l'uomo di ogni paese a vivere in modo sostenibile con la natura considerando che l'essere umano non è solo, anzi, ha bisogno di tutte le creature esistenti per sopravvivere e per garantire alle future generazioni una buona qualità della vita". E' emerso, in linea con il magistero di Papa Francesco espresso nell'Enciclica Laudato si', come sia necessario "cambiare atteggiamento verso la natura, imparare a non consumare senza pensare al domani, bensì tenendo presente che le risorse non sono inesauribili e che la natura ha bisogno di tempo per rigenerarsi. Dunque la vita va vissuta responsabilmente".
Amazzonia ecosistema danneggiato con conseguenze incalcolabili
"Forse non tutti si rendono conto che il nostro pianeta è sull'orlo della sesta estinzione di massa delle specie": la riflessione di Gloria Svampa si sofferma sui dati della ricerca e sulle conseguenze nella vita di ogni giorno. Un milione di specie in estinzione, è una cifra probabilmente superata dalla realtà. "Molte specie si sono estinte prima che ne conoscessimo l'esistenza e quello che è più drammatico è che stiamo vivendo come un film in accelerazione". Il riferimento è al ritmo assolutamente innaturale con cui l'estinzione sta avvenendo. "Il nostro è un ecosistema - spiega la zoologa- in cui ogni elemento è come un bullone di un meccanismo perfetto: se viene meno una pianta o un animale è tutto l'ecosistema a spezzarsi e a non dare più la possibilità di vita agli organismi che ne fanno parte". Un Report speciale al Convegno è stato dedicato all'Amazzonia, con la spiegazione di quali e quanti studi sono nati, anche su iniziativa del Papa e della Chiesa cattolica, per tentare di salvare uno degli hot spot più importanti del pianeta. "In questo ambiente in effetti, abbiamo perduto tantissimo. E con i mutamenti avvenuti il pianeta può subire riflessi molto negativi: parliamo di cambiamenti climatici, di surriscaldamento, di mutazioni nella rotazione del globo terrestre con un impatto diretto sulla salute dell'uomo. Ad esempio per quanto riguarda l'Amazzonia , moltissimi medicinali con cui curiamo anche il cancro, vengono elaborati utilizzando piante delle foreste tropicali. Se noi non abbiamo più questa materia prima non potremmo continuare a produrre nulla nè è detto che artificialmente riusciremo mai a sostituirla".
La rassegnazione non serve a salvare il pianeta
Le comunità mondiali che gestiscono Musei di storia naturale, Giardini zoologici e botanici, e che si impegnano nella ricerca in questo campo, oltre a essere diffuse ovunque, a ispirare milioni di visitatori, hanno il potenziale di diventare potenti strumenti di educazione nonchè alleati significativi nella spinta verso la protezione delle specie e la conservazione della natura. Gloria Svampa prendendo spunto da quanto emerso in questi due giorni di confronto in Vaticano, parla di una "alleanza necessaria a cambiare le attitudini e a conservare il pianeta" e cita questa alleanza come una delle "Arche di Noè del XXI secolo". Altre "Arche", ovvero veicoli di salvezza, sono sicuramente - dice- la "speranza e le conoscenze": " la rassegnazione individuale o di coloro che guidano la politica e le istituzioni -conclude- è il nostro peggiore nemico. Preso atto del danno che l'uomo ha compiuto dobbiamo andare avanti fiduciosi e coscienti dei passi in avanti che le nostre conoscenze scientifiche ci possono garantire".
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