Conferenza sulle “Nuove Arche di Noè per il XXI secolo"
L'enciclica papale Laudato Si' rappresenta una forte critica al consumismo moderno e ai suoi effetti catastrofici sulla biodiversità. Ci mette in guardia sull'ecologia del pianeta in via di estinzione e sottolinea la necessità che scienza e politica si impegnino con le autorità religiose e morali per rivedere la situazione attuale e proporre strategie congiunte volte a cambiare la traiettoria dell'umanità. In linea di principio, tutte le principali religioni del mondo si impegnano a rispettare e preservare la natura e possono concordare azioni comuni per questo obiettivo. Il sottotitolo "Arche di Noè per il XXI secolo" si riferisce alla storia biblica dell'inondazione distruttiva e a Noè che salva l'umanità e le specie con la sua arca, seguendo un ordine di Dio (Genesi 6-9). La storia sembra basata su antichi riferimenti mesopotamici, vale a dire l'Epopea di Gilgamesh e altre fonti che appaiono nel XX-XVI secolo a.C. Oggi, il nostro comune interesse per la natura ci porta a preservare le specie nei giardini zoologici e botanici minacciati dalla distruzione ambientale provocata dall'uomo, compresi i cambiamenti climatici e la relativa perdita di specie. In questi, così come nei musei di storia naturale, si possono studiare specie in via di estinzione e/o estinte, in modo che la conservazione possa avere una base solida. Sappiamo che questi tentativi di costruire "Arche di Noè per il XXI secolo" potrebbero non essere sufficienti a prevenire completamente la minaccia di estinzione di alcune specie tramite la creazione e lo studio di isole di protezione. Tuttavia, le comunità mondiali che gestiscono musei di storia naturale, giardini zoologici e botanici, e che si impegnano nella ricerca in questo campo, oltre a ispirare milioni di visitatori, hanno il potenziale di diventare alleati catalitici e significativi nella spinta mondiale verso la protezione delle specie e la conservazione della natura.
Una conferenza in continuità con le altre dichiarazioni dell’Accademia
La conferenza che inizia lunedì prossimo, attinge alle precedenti e alle relative Dichiarazioni e prende nota delle consultazioni relative all'argomento, come ad esempio le Dichiarazioni di Assisi (1986): Messaggi sull'umanità e sulla natura dal punto di vista del Buddismo, del Cristianesimo, dell'Induismo, dell'Islam e dell'Ebraismo.
Estinzione della specie una conseguenza delle azioni dell’uomo
Siamo consapevoli fin dall'inizio che il contesto mondiale dell'estinzione delle specie e della perdita di biodiversità nell'Antropocene è una conseguenza delle azioni umane, della concorrenza nell'uso di terra e acqua, dei cambiamenti ambientali mondiali e dei cambiamenti climatici in particolare, come dibattuto nelle precedenti Conferenze della Pontificia Accademia delle Scienze. Durante queste conferenze è stato ripetutamente calcolato che circa un quinto di tutti gli organismi non batterici sarà in pericolo di estinzione nei prossimi decenni. Entro il XXI secolo si potrebbe arrivare a perderne addirittura la metà. Tali dati rappresentano la base di partenza dell'attuale conferenza.
Rapporto Onu: a rischio un milione di specie animali
Si tratta di un tema attuale, quello affrontato dalla conferenza in Vaticano, che arriva a pochi giorni dal rapporto Onu secondo cui un milione di specie animali che vivono sul nostro pianeta, una su otto, è a rischio estinzione per colpa dell'uomo. Si tratta di un declino "senza precedenti", denunciano gli studiosi dell'Ipbes (Piattaforma intergovernativa per la biodiversità e i servizi ecosistemici). Il gruppo intergovernativo individua quindi i comportamenti responsabili di questa situazione: al primo posto l'utilizzo che stiamo facendo di terra e mare, seguito dallo sfruttamento di piante e animali, mentre al terzo posto ci sono i cambiamenti climatici.
Interventi dei rappresentanti dei musei di storia naturale, dei giardini zoologici e dei giardini botanici
Il tema di questa conferenza della Pas sarà quello di riunire, sotto l'egida dell'Accademia, le tre importanti comunità che si occupano di scienza e azione per la biodiversità e la protezione delle specie. Interverranno rappresentanti dei musei di storia naturale, dei giardini zoologici e dei giardini botanici. Queste tre comunità si occupano sia di ricerca sulla conservazione e protezione delle specie che di comunicazione e attività educative, raggiungendo milioni di persone, compresi i giovani. Combinando elementi di impegno politico, pubblica istruzione e conservazione delle specie, le comunità mondiali dei musei di storia naturale, dei giardini zoologici e dei giardini botanici insieme hanno gli elementi necessari per convocare le parti interessate ad un dialogo che sfrutti i punti di forza della scienza e dell'impegno sociale e spirituale per proporre azioni che possano raggiungere vaste popolazioni in tutto il mondo. Ogni comunità può farlo da un punto di vista diverso e complementare:
Musei di storia naturale
I musei di storia naturale e le raccolte di storia naturale forniscono la chiave per conoscere la natura nel suo passato, nel suo presente e nel suo futuro. Sono diverse migliaia le organizzazioni di tutto il mondo che hanno raccolto miliardi di campioni e le relative informazioni. Queste collezioni sono un'infrastruttura scientifica unica e veramente mondiale a beneficio della scienza e della società, nonché fonte di gran parte delle informazioni su cui basare un'efficace azione di conservazione. Questi istituti di ricerca e raccolta all'avanguardia attraggono milioni di visitatori ogni anno. Nati e cresciuti nel XVIII secolo durante l'Illuminismo, hanno raggiunto persone di ogni età e classe sociale, instillando un profondo amore per la natura e alimentando la ricerca scientifica e la curiosità per oltre quattro secoli.
Giardini zoologici
L'Associazione europea di zoo e acquari (Eaza) e altri zoo regionali e internazionali mantengono contatti di alto livello con legislatori locali, nazionali e regionali, organismi di conservazione globale e progetti di conservazione in situ, ricercatori zoologici, istituti di istruzione e organizzazioni con interesse a conoscere e preservare la biodiversità. Le campagne gestite dalla Eaza e da istituzioni simili testimoniano di un forte interesse per la giustizia sociale, in cui la conservazione della biodiversità serve anche a sostenere lo sviluppo delle comunità di quelle regioni, fornendo istruzione e soluzioni alternative alle sfide di conservazione dell'età moderna, dal conflitto uomo/fauna selvatica allo sfruttamento del mondo naturale per il guadagno estrinseco a tutti i livelli.
Giardini botanici
I giardini botanici, che furono istituiti in epoca moderna come aggregati alle Facoltà di Medicina durante il Rinascimento italiano all'inizio del XVI secolo, iniziarono immediatamente a ospitare anche erbari. Le ricerche nel campo della sistematica delle piante e nella loro evoluzione si svolgono principalmente nei giardini botanici, nei musei di storia naturale e nelle università, diventando la base fattuale su cui è possibile effettuare la conservazione delle piante. Le collezioni mantenute dagli orti botanici erano in gran parte a scopo ornamentale ed educativo, finché, verso la fine degli anni 70, il mondo non iniziò a preoccuparsi della necessità urgente di preservare la biodiversità per le generazioni future. Da allora gli orti botanici, come gli zoo, sono stati sempre più coinvolti nella conservazione (delle piante) a livello mondiale. Essi, infatti, hanno un grande vantaggio rispetto alle loro controparti zoologiche, in quanto diversi tessuti delle piante possono essere indotti a crescere, dando origine a nuovi individui, e i loro semi possono essere conservati per secoli o anche più a lungo nelle giuste circostanze.
Creare delle "Arche di Noè" dei nostri tempi
Il formato della conferenza offrirà a ciascuna delle tre comunità l'opportunità di presentare le proprie attività di ricerca e comunicazione all'avanguardia. Tuttavia, la conferenza cercherà anche di trovare nuove sinergie tra queste comunità per un maggiore impatto in termini di una visione collettiva del mondo e nuove azioni congiunte per affrontare il dramma dell'estinzione. Insieme ai membri della Pontificia Accademia delle Scienze, si valuterà la possibilità di creare delle "Arche di Noè" dei nostri tempi, e se ne studieranno le sfide, con nuovi approcci virtuali e pratici, coinvolgendo anche tutte le altre fedi.
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