Editori cattolici a giugno a Roma per raggiungere le periferie della fede
Le sfide digitali del XXI secolo segnano il percorso dello sviluppo degli editori, cattolici o no. L’irruzione dell’onda internet su tutti i continenti, a velocità sempre più rapida, richiede un’attenzione permanente e una trasformazione altrettanto veloce per trovare il modo di fornire le risposte più adatte. Il tutto, in un contesto economico complesso e fragile, dominato da giganti del mercato digitale. Jean Marie Montel, vice direttore generale di Bayard Presse e presidente della Federazione dei Media Cattolici, spiega la necessità di scambi tra professionisti, al di là delle barriere linguistiche e anche culturali: «C’è una volontà di lavorare insieme, per mettere in comune le nostre difficoltà e i nostri desideri. Con l’arrivo del digitale, i confini vengono meno, e probabilmente bisognerà lavorare sempre più insieme».
Imprese missionarie
Gli editori cattolici, al di là del carattere classico dell’imprenditoria, hanno una missione ispirata dal Vangelo. «Essere cattolico significa essere universale» spiega Jean Marie Montel, «a partire dal momento in cui si pronuncia la parola ‘cattolico’, si aboliscono tutti i confini e ci si indirizza per definizione a tutti».
Una missione che fa eco all’appello del Papa ad andare il più lontano possibile, alle periferie del mondo e della fede. La stampa parrocchiale in Europa ne è un esempio. In forte crescita, permette di raggiungere un gran numero di persone nel territorio della parrocchia, anche indipendentemente dalla religione dei lettori. La diffusione digitale permette contemporaneamente di essere vicini alla gente e di raggiungere anche l’altra parte del mondo. Per Jean Marie Montel, «L’editoria cattolica è senza dubbio il miglior mezzo» per arrivare alle persone.
Le sfide del digitale sono immense. Lavorare insieme, tra editori, permetterà di capire meglio come Internet possa diventare un vantaggio, rispondente alle aspettative. In Africa, dove in certi paesi è in aumento il numero di cattolici, sempre più Chiese locali sono intenzionate a dotarsi di media. Hanno bisogno di un accompagnamento che potrebbe eventualmente essere messo in atto dagli editori cattolici. Una crescita constatata ugualmente in Asia, «ed è forse in questi continenti l’avvenire delle edizioni cattoliche» osserva Jean Marie Montel, che auspica una moltiplicazione delle sinergie con gli editori cattolici.
Strategie condivise
Lo scambio dei contenuti, di libri, di progetti, è una delle chiavi che permetterà di resistere ai giganti di Internet. «Amazon, Google e gli altri, sono aziende con le quali dobbiamo lavorare e allo stesso tempo con cui dobbiamo lottare» conclude Jean Marie Montel. Gli editori cattolici sono quindi chiamati ad adattare il loro approccio e a non considerarsi più rivali tra loro.
I professionisti desiderosi di partecipare alle prime giornate internazionali dell’editoria cattolica, dal 26 al 29 giugno prossimo a Roma, possono chiedere informazioni (e iscriversi) a questo indirizzo: gec@spc.va
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