Premio Centesimus Annus: l'economia e il pensiero di San Tommaso
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Un premio per gli importanti spunti di riflessione che offre. E’ una delle motivazioni che hanno spinto la Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice a scegliere tra le 45 opere, provenienti da 12 Paesi e 3 continenti, il libro “Aquinas e il mercato. Verso un’economia umana”, scritto in inglese dalla professoressa Mary L. Hirschfeld, docente di Economia e Teologia all’università di Villanova (Stati Uniti). Una riflessione che, alla luce del pensiero di San Tommaso D’Aquino, si concentra sull’idea che l’economia debba servire alla felicità umana e che la ricchezza fine a se stessa non è l’obiettivo finale.
Card. Marx: un libro per porre domande alla società
Alla cerimonia di consegna presso il Palazzo Cancelleria a Roma, è intervenuto il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della giuria del premio. Nella sua Laudatio, il porporato ha messo in luce l’alta qualità del lavoro in fase di traduzione in italiano e portoghese. “Un vero e proprio dialogo tra teologia ed economia – ha spiegato – perché questo libro sulla visione di san Tommaso d'Aquino aiuta a capire che la Dottrina sociale della Chiesa non parte da Leone XIII, ma si nutre di radici che risalgono molto più indietro nella tradizione cristiana”. Innovativa la lettura sull’infelicità delle persone che, secondo Hirschfeld, potrebbe derivare anche da “un rapporto patologico con il denaro”. “Spesso – ha aggiunto il card. Max - accettiamo in modo acritico il potere che il denaro ha su noi stessi e sulla nostra società. Rischiamo di considerare il denaro non come uno strumento per i nostri fini, ma lasciamo che il denaro governi la nostra vita”. Il libro è uno strumento per porre domande “sul senso della vita – ha concluso il porporato - e del nostro rapporto con i beni di questo mondo”.
Tarantola: lavorare per uno sviluppo economico dal volto umano
La presidente della Fondazione, la professoressa Anna Maria Tarantola, nel suo intervento ha ricordato che il premio è biennale ed è stato istituito in occasione dei 20 anni dalla nascita dell’organismo. “Si tratta – ha chiarito – di una delle iniziative che la Fondazione realizza per dare concretezza al suo scopo statutario di studiare, approfondire e diffondere la Dottrina Sociale della Chiesa”. “Il libro tratta un tema caro alla Fondazione: l’incapacità del modello economico prevalente - caratterizzato dall’uso ossessionato di formule matematiche e dalla fiducia incondizionata nel libero mercato - di realizzare – ha continuato la Tarantola - uno sviluppo economico dal volto umano, che abbia al centro il benessere a la felicità della persona e il rispetto del Creato”. L’invito è di impegnarsi in un’azione concertata e corale “per perseguire il benessere delle persone in un contesto di equità globale”.
Hirschfeld: costruire ponti di cui il mondo ha bisogno
Convertita da vent’anni, la professoressa Mary L. Hirschfeld, nel ricevere il premio, ha raccontato della sua vita, della sua ansia, delle sue lotte interne prima di incontrare Dio. “La Chiesa mi ha offerto ciò che di cui la mia anima aveva bisogno, aveva fame di infinito” che non si appagava con l’accumulo di beni, “ho trovato – ha spiegato – un nuovo modo di vedere il mondo”. Una conversione che gettava luce sull’economia, la materia studiata con dedizione per molti anni, poi l’incontro con San Tommaso D’Aquino e l’idea che la ricchezza è “un bene strumentale”. “Non possiamo pensare bene alla vita economica, o alla giustizia economica e all'ambiente - ha affermato la vincitrice - se non pensiamo prima di tutto alla forma della felicità umana e al ruolo proprio della ricchezza”. Importante è riscoprire con forza la Dottrina sociale della Chiesa per offrire al mondo una visione diversa “sul rapporto tra ricchezza e felicità”, allo stesso tempo, ha suggerito la Hirschfeld, la Chiesa deve far sentire di più la sua voce sul tema. Al microfono di Christopher Wells, la professoressa Mary Hirschfeld spiega i contenuti del suo libro:
R. - Fondamentalmente, ciò che mi chiedo è questo: “Se parto dai principi di Tommaso D’Aquino su chi è l’essere umano, in che tipo di mondo viviamo - cioè quello creato da Dio -, come potrei pensare all'economia alla luce di questi presupposti?” E lo risolvo. E la cosa bella nell’utilizzare questi principi come punto di partenza, è che mi permette di conservare una buona parte di ciò che gli economisti ci hanno insegnato circa il funzionamento dei mercati. Quindi, Tommaso D’Aquino può affermare che la proprietà privata è una buona cosa, nonostante sia vissuto prima della scoperta - la consapevolezza che i mercati possono coordinare le nostre decisioni individuali e produrre buoni redditi sociali – ma non ha capito come funzionano i mercati, o perlomeno ciò non è indicato nella sua teoria. La sua struttura ci permette però di dare un senso a queste intuizioni e di utilizzarle. Ma perché parte da una visione della persona umana diversa da quella che gli economisti usano? per Tommaso D’Aquino la felicità ultima della persona umana sta in Dio. Ma la felicità in questa vita ruota attorno ai beni superiori che rendono la vita degna di essere vissuta. Ad esempio: diventare una persona migliore, coltivare l'eccellenza del carattere, sviluppare e approfondire i rapporti con la famiglia, costruire delle comunità regolate dalla giustizia, sono alcuni esempi di questi beni superiori; sono quelli che ci permettono di riflettere sulla bontà di Dio in questa vita. Allora questo è il cuore della felicità in questa vita per Tommaso D’Aquino, un insieme di beni come questi insomma. Quindi, se la felicità in questa vita è questa, allora il compito della ricchezza materiale è servire quei beni. Così, una volta ottenuto l’ordine corretto, si può realizzare che quando si pensa alla quantità di ricchezza di cui si necessita, ci si rendere conto che in realtà il bisogno di ricchezza è limitato. Non ho bisogno di tutto quello che posso ottenere, ma ho bisogno del necessario per vivere degnamente e per manifestare la bontà di Dio nella mia vita.
Kelly: il ruolo dell’università cattolica nel costruire il bene comune
Un compito importante nel formare la società del futuro. E’ il ruolo al quale ha richiamato Ruth Kelly, vice cancelliere della St. Mary’s University di Londra, un ateneo che accoglie studenti e docenti di ogni credo religioso. Ricordando che nel libro premiato si fa riferimento ad “un pensiero esterno capace di affrontare i temi morali intrinseci alla vita economica”, la Kelly ha presentato la sua esperienza nell’università e in particolare ricordando la sfida di “intervenire nella società” dominata da “un alto grado di analfabetismo religioso” ma anche nella costruzione di “un serbatoio di sensibilità morali”. Due i progetti illustrati: “la First Star Academy” e la “School of Business and Society”. Nel primo caso si prendono in carico i giovani che non hanno molte opportunità di accedere ad un percorso universitario; nel secondo si tratta di una scuola in cui si insegna un approccio etico all’economia.
Card. Parolin: il libro, spunto per un fecondo dialogo interreligioso
Nel saluto di chiusura, il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha sottolineato “la particolare ottica in cui ha cercato di mettere a fuoco i grandi principi del pensiero economico moderno occidentale”, riferendosi al libro della Hirschfeld. “Infatti, il pensiero di Tommaso di Aquino – ha spiegato il porporato - è sempre presente e vivo nella scienza teologica e in tutto il Magistero pontificio, anche in quello sociale, ma spesso non lo si mette in rapporto con i concetti base dell’economia moderna”. Il cardinale, nella sua disamina, ha ricordato l’Evangelii Gaudium e la Laudato si’ come pure la Gaudium et Spes del Vaticano II riguardo alla crisi economica che è anche crisi antropologica; della monetizzazione dei rapporti umani e della tendenza a creare l’idolo denaro. Parolin ha poi parlato dei riferimenti, nel libro vincitore del premio, alla prudenza, “il rapporto tra cittadini ed economia è mediato sempre dalla prudenza politica, o, purtroppo, dall’imprudenza politica. Sembra, finalmente, una necessità urgente trovare norme etiche per le moderne attività finanziarie, la cui comprensione e gestione esige specifiche competenze tecniche”. L’auspicio del cardinale è stato che lo studio dei rapporti tra D’Aquino e il moderno pensiero economico diventi “un fecondo campo di dialogo interreligioso e culturale, nonché di influsso comune delle varie religioni sulla realtà sociale”.
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